Le 48 ore decisive di Milano. Inter e Milan si preparano a vivere due giorni di fuoco, che con ogni probabilità incideranno indelebilmente sul proseguo della stagione. Si parte dal campo, che oggi vedrà i nerazzurri ospiti del Sassuolo (ore 12.30) e i rossoneri in casa contro il Parma (ore 20.45) per poi finire col mercato, entrato ormai nel rush finale. Vietato, per entrambe, fallire questi appuntamenti: ne va delle ambizioni europee, già di per sé complicatissime seppur non ancora compromesse del tutto.
“Speriamo di fare bene a Reggio Emilia anche se non sarà facile, il Sassuolo sta facendo un gran campionato – l’analisi di Mancini. – Dobbiamo cercare di migliorare ancora, fin qui qualcosa si è visto ma le vittorie sono state poche”.
Vero, d’altronde i numeri parlano chiaro: da quando il tecnico di Jesi è tornato sulla panchina dell’Inter sono arrivati solo due successi in nove partite di Serie A. Troppo poco per ambire davvero al terzo posto, ora distante ben 10 punti, eppure i nerazzurri ci credono ancora. La convinzione deriva dal numero di gare a disposizione per risalire la classifica (18) ma anche, se non soprattutto, dal mercato, che li ha già visti rinforzarsi molto e che, probabilmente, ha ancora qualche “botto” da regalare.
“Abbiamo bisogno di un difensore e di un centrocampista, la rosa deve essere più completa – ha ammesso Mancini. – Sinceramente invece non abbiamo mai parlato di Cassano, si è svincolato solo pochi giorni fa. In questo momento siamo concentrati su altre posizioni, poi vedremo cosa succederà”. Il messaggio, neanche tanto velato, è chiaro: Fantantonio piace ma le priorità, al momento, sono altre (in ogni caso gli svincolati possono essere tesserati fino al 25 febbraio). Avanti tutta allora su Rhodolfo del Gremio (“lo seguo da anni” ha detto il Mancio) o, in alternativa, Benalouane dell’Atalanta, mentre per il centrocampo resta caldissima la pista Diarra (piace anche Ledesma della Lazio).
Tutto questo è comunque subordinato alla partita di oggi, che l’Inter dovrà affrontare con una vera e propria emergenza in difesa. Al lungodegente Jonathan si sono aggiunti D’Ambrosio, Campagnaro, Andreolli e Nagatomo, mentre Juan Jesus deve ancora scontare un turno di squalifica. Al Mapei Stadium vedremo una retroguardia ultrasperimentale con Donkor e Obi terzini e la coppia Ranocchia-Vidic in mezzo. Tutti disponibili invece dalla cintola in su, a parte l’epurato Osvaldo (probabile torni al Southampton anche se lui spinge per la Juve). Medel e Guarin formeranno la coppia di centrocampo, Palacio, Kovacic e Shaqiri la linea di trequartisti, alle spalle dell’unica punta Podolski, preferito al criticato (da Mancini) Icardi. Di Francesco risponderà con il solito 4-3-3 in cui Berardi, Zaza e Sansone cercheranno di pungere Handanovic, nel tentativo di cancellare la pesantissima sconfitta dell’andata (0-7!) che tanto fece arrabbiare il milanista Squinzi. Il patron tiferà dalla tribuna per poi dedicarsi all’altra squadra della sua vita, quella rossonera appunto. Il posticipo infatti vedrà il Milan a San Siro contro i ducali ultimi in classifica: un match da vincere, a tutti i costi.
“Il Parma visto in Coppa Italia può crearci problemi, sarà una partita complicata – ha spiegato Inzaghi. – Noi però siamo incazzati e questo mi lascia ben sperare. Dobbiamo uscire da questo momento negativo e dare una svolta alla stagione, è stato un mese molto duro per tutti. La vittoria deve arrivare per forza”. Insomma, questa è davvero l’ultima spiaggia, anzitutto per lui. “Non ho mai avuto paura dell’esonero, siamo uniti e usciremo dalla crisi” l’arringa di Superpippo, chiamato a rialzarsi dopo le batoste delle ultime settimane. In attesa di Antonelli (tutto fatto con il Genoa, il terzino arriverà in prestito con obbligo di riscatto fissato a 4,5 milioni) e, forse, di Munoz, il tecnico è pronto a giocarsi la carta Destro, arrivato giovedì e già pronto a scendere in campo dal primo minuto.
Nel nuovo modulo (4-4-2 camaleontico) l’ex romanista agirà da prima punta assieme a Menez, supportato da Honda (preferito a Cerci) e da un centrocampo piuttosto raffazzonato. Questa sera infatti mancheranno sia De Jong che Montolivo, entrambi fuori per problemi fisici: al loro posto Van Ginkel e Muntari, con Poli sull’esterno. Molte defezioni anche in difesa, dove oltre allo squalificato Mexes mancheranno De Sciglio, Zapata, Bonera e Abate, bloccato da un infortunio nell’ultima rifinitura. La linea a 4 sarà vedrà così il debutto dell’altro nuovo acquisto, quel Bocchetti prelevato in settimana dallo Spartak Mosca, assieme ad Albertazzi, Alex e Rami.
Il Parma di Donadoni, fanalino di coda con soli 9 punti, cercherà di rialzarsi con il consueto 4-3-3, nel quale, oltre all’ex Nocerino, giocheranno Palladino e i nuovi acquisti Varela e Rodriguez. Nel frattempo il Milan ha messo a segno un gol fuori dal campo, in prospettiva il più importante di tutti. Barbara Berlusconi infatti ha presentato ufficialmente il progetto del nuovo stadio, che verrà costruito nella zona del Portello (la vecchia Fiera) per la stagione 2018/19. Capienza di 48 mila posti, fornito di ristoranti, albergo e persino un liceo: un impianto avveniristico, un passo importante per il futuro. Che il mondo Milan si augura molto più roseo del presente.