Una Milano a due facce. Sorridente quella rossonera, tornata alla vittoria dopo quasi due mesi contro il derelitto Parma, livida quella nerazzurra, sconfitta dal Sassuolo e alle prese con una crisi profondissima. Potere del pallone, capace di ribaltare in un solo giorno gli stati d’animo di una città: fino a ieri infatti sembrava stare peggio il Milan, questo lunedì invece è decisamente più duro per l’Inter. Il tracollo di Reggio Emilia rischia di lasciare strascichi piuttosto pesanti, sia a livello di classifica (la distanza tra la zona retrocessione e l’Europa League è la stessa) che di morale.
Quanto accaduto nel post partita ha dell’incredibile, con Icardi e Guarin contestati dalla Curva Nord e alle prese con una vera e propria crisi di nervi (“siete dei pezzi di m….” il labiale dell’argentino). Successivamente poi gli stessi, assieme ad altri giocatori, sono tornati dai tifosi a chiedere scusa, ma c’è da scommettere che domenica prossima, contro il Palermo, l’accoglienza di San Siro sarà tutt’altro che festosa.
“I giocatori ce la stanno mettendo tutta, anche i tifosi ci devono aiutare – il pensiero di Mancini subito dopo il match. – La squadra è entrata in campo bene, ha pressato alta, ha creato azioni ma alla prima occasione ha preso gol. In questo periodo ci va davvero tutto male”. Sotto accusa finisce anche il tecnico di Jesi, il cui rendimento (10 punti in altrettante gare) è addirittura peggiore di quello di Mazzarri. E’ chiaro che l’essere subentrato in corsa gli dà delle attenuanti, però il mondo Inter si aspettava molto di più.
I nerazzurri hanno una fragilità imbarazzante e il Sassuolo non ha fatto altro che approfittarne. Al 18’ Zaza si è inventato l’1-0 con un sinistro sotto l’incrocio e al 30’ Sansone, per non essere da meno, ha raddoppiato con il destro. In tutto ciò però la difesa dell’Inter, ieri molto rimaneggiata, è rimasta a guardare. La reazione, se di questa si può parlare, si è vista solo in qualche episodio: un destro di Shaqiri finito sul palo (65’) e un colpo di testa di Dodò salvato da Consigli (76’).
La fotografia del momento nerazzurro è in quanto accaduto al 70’, con Mancini pronto a sostituire lo stesso brasiliano (per Brozovic) e lo staff a segnalare al quarto uomo l’uscita di Vidic. Nel finale poi l’episodio che poteva riaprire il match: retropassaggio sbagliato di Magnanelli e gol di Icardi (11° in campionato). Tutto in discussione? Nemmeno per sogno perché il Sassuolo, nel frattempo rimasto in 10 per l’espulsione di Sansone, ha trovato il 3-1 con un rigore di Berardi (fallo di Donkor, anch’egli espulso, su Zaza). A dare un briciolo di speranza all’Inter c’è ancora il mercato, che al fotofinish dovrebbe consegnare a Mancini un difensore e un centrocampista.
Rhodolfo non convince fino in fondo, l’alternativa potrebbe essere Richards della Fiorentina, già col Mancio ai tempi del City. Là in mezzo salgono le quotazioni di Ledesma, in ballottaggio col sempre presente Diarra. Nel frattempo i nerazzurri hanno acquistato Santon, in arrivo dal Newcastle con la formula del prestito con obbligo di riscatto (4 milioni) in caso di 13 presenze.
Sorrisi, seppur pallidi, in casa Milan, dove dopo oltre 40 giorni è tornata la vittoria. L’ultima infatti risaliva al 13 dicembre scorso (2-0 al Napoli), da allora 2 pareggi e 3 sconfitte (4 considerando anche la Coppa Italia). La partita di ieri contro il Parma non si doveva sbagliare per nessun motivo e i rossoneri, pur giocando un calcio decisamente spartano, non l’hanno fatto. Del 3-1 di San Siro c’è da salvare soprattutto il risultato ma di questi tempi non è il caso di fare tanto gli schizzinosi: ora la zona Europa League dista “solo” 5 punti.
“Quando ti mancano 7/8 titolari l’importante è vincere – ha confermato Inzaghi. – Questa squadra viene da un periodo difficile, ora dobbiamo ritrovare serenità e certezze, in questo senso spero che questa possa essere stata la partita della svolta. Io comunque sono sempre stato tranquillo, vedevo in allenamento che i ragazzi erano con me”. Ancora una volta, come sempre nelle vittorie di questa stagione, il grande protagonista è stato Menez. Il francese, schierato come trequartista nel 4-2-3-1 di Superpippo (Destro prima punta, Honda e Cerci sugli esterni), ha prima sbloccato il match su calcio di rigore (17’, tocco col braccio di Rodriguez), poi ha raddoppiato con un sinistro angolatissimo (57’), infine ha servito a Zaccardo la palla del terzo gol (76’).
In mezzo poco gioco, tante iniziative isolate e qualche sprazzo di Parma. Al 24’ infatti i ducali avevano rimesso in piedi il match con Nocerino (ennesimo gol su calcio piazzato incassato dal Milan) e sul finire di tempo erano addirittura andati vicini al vantaggio (doppia parata di Diego Lopez su Varela e sullo stesso ex rossonero). Da segnalare poi un palo di Alex su punizione (32’) e un colpo di testa di Destro finito fuori per un soffio (35’). Archiviata la domenica calcistica, anche per il Milan sarà tempo di mercato. Sfumato Munoz (l’argentino arriverà in estate), Galliani si è tuffato su Paletta, chiudendo con il Parma sulla base di 1 milione (questa mattina le visite mediche). I giochi dovrebbero dunque essere chiusi, a meno che l’ad, ieri ignorato dalla Curva Sud, non regali qualche altro colpo in extremis.