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Tour: Viviani sul trono dello sprint mondiale a Nancy

@therussellellis

“Ho sentito che avrei vinto fin dal passaggio sotto la flame rouge dell’ultimo chilometro”. E questa volta Elia Viviani non ha sbagliato nulla e ha vinto alla grande la sua prima tappa al Tour. Per il velocista italiano, compagno di squadra della maglia gialla Julian Alaphilippe, è la giornata attesa da anni, quella in un certo senso della definitiva consacrazione tra i grandi sprinter del palcoscenico mondiale.

È anche la migliore risposta alla critica nemmeno troppo velata che il giorno prima gli aveva fatto il manager-patron della Deceuninck Quick Step, Patrick Lefevere, sottolineando come nella volata fallita di Bruxelles – quella della vittoria di Mike Teunissen – a non funzionare non era stato il treno del team, ma piuttosto Viviani che ne aveva perso le ruote. Errore che Elia riconosce di aver commesso ma che è ormai cancellato dallo splendido successo a braccia alzate di ieri sul traguardo di Nancy, davanti ai suoi genitori, che avevano rinviato il rientro in Italia, pur delusi dal flop della prima tappa, proprio perché quella di Nancy sentivano che sarebbe stata la frazione del riscatto. E così è stato.

Una volata regale con la ruota di Viviani davanti a un autentico “parterre de roi” dello sprint del Tour: Kristoff, Ewan, Sagan, Groenewegen, Teunissen, Nizzolo, Stuyven, Matthews, Laporte, Trentin e Greipel tanto per fermarsi ai primi undici piazzati alle spalle dell’ex campione d’Italia. Un trionfo che segue quello fantastico di Alaphilippe a Epernay, maglia gialla che ieri si è messa al servizio di Viviani nel frenetico finale formando con Morkov e Richeze un treno perfetto per la felicità di Lefevere.

Oggi il Tour – grazie al tracciato del tutto innovativo rispetto alla tradizione – abbandona di nuovo la pianura per affrontare i primi contrafforti dei Vosgi con arrivo nella pittoresca Colmar. Tappa movimentata che precede la prima di vera montagna con il Ballon d’Alsace e l’ascesa finale alla Planche des belles filles che nel 2012 rivelò Froome, allora ancora gregario di lusso di Bradley Wiggins. Sarà il primo severo check-up per tutti i big. Nessuno vincerà il Tour lassù, ma qualcuno domani potrebbe iniziare a perderlo.

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