Gli organizzatori hanno messo Gpm anche nella tappa che da Saint-Etienne portava a Brioude, ma i big l’hanno interpretata come una frazione di trasferimento, decidendo una sorta di tregua delle ostilità e lasciando via libera a 15 fuggitivi che hanno così potuto incrementare sempre più il vantaggio senza che il gruppo se ne interessasse più di tanto.
L’unica lotta è stata quella tra i protagonisti della fuga del giorno, che annoverava anche corridori di una certa fama, sia pure lontanissimi dall’alta classifica: Roche, Stuyven, Impey, Benoot, Soler, Herrada, Naesen, Boasson-Hagen, tanto per citarne alcuni. Vi è stata una selezione naturale sulle varie ascese, fino a che si è costituita sull’ultima “cote” una coppia formata dal sudafricano Daryl Impey e dal belga Tiesj Benoot, che si è giocata la vittoria.
Allo sprint ha prevalso facilmente Impey, della Mitchelton Scott, che a Brioude ha colto la sua prima vittoria al Tour in cui aveva già avuto la gioia di indossare, primo sudafricano della storia, la maglia gialla per due giorni nell’edizione del 2013 quando correva per il Team Sky di Chris Froome.
Alle spalle dei due giungevano alla spicciolata, con vari distacchi, tutti i compagni persi per strada della fuga. Dovevano passare più di 16 minuti per vedere arrivare il gruppo dei migliori con Thomas, Pinot, Bernal, Quintana e ovviamente Alaphilippe che conserva la maglia gialla con 23” su Ciccone, che resta l’unico italiano nei quartieri alti della classifica dopo un’altra débâcle di Vincenzo Nibali, ormai scivolato al 30esimo posto a quasi 9 minuti da Alaphilippe.
Anche ieri lo Squalo si è lasciato sfilare dal gruppo dei migliori appena la salita si è fatta più severa, arrivando al traguardo 115esimo, a oltre 19 minuti da Impey. Una deriva che sembra voluta, quella di Nibali, che ormai fuori classifica potrebbe approfittarne per tentare di cogliere un successo di tappa, magari sui Pirenei o sulle Alpi, che salverebbe il suo Tour, fin qui troppo anonimo per un campione come lui.