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Tour: Thomas fa l’en plein, tappa e maglia gialla

Tour de France

La seconda tappa alpina con l’arrivo sull’inedita altura di La Rosière è stata una corsa ad eliminazione, drammatica e avvincente, con il finale esalta lo strapotere del Team Sky che nella nuova classifica, scomparso Greg  Van Avermaet inghiottito nelle retrovie della corsa, vede in maglia gialla Geraint Thomas con Chris Froome al secondo posto a 1’44”.

Attesi da giorni a darsi finalmente battaglia i big sono usciti allo scoperto con una girandola di azioni che hanno fatto dell’undicesima tappa una delle più emozionanti del Tour degli ultimi anni. Due salite Hors Categorie nella prima parte: Montée de Bisanne e Col du Pré, quindi Cormet de Roselend e scalata finale verso l’arrivo di La Rosiére: un percorso breve nel chilometraggio ma che in ogni momento sollecitava imboscate e attacchi.

Dopo l’ultimo fuoco di artificio di Julian Alaphilippe sul primo colle per difendere la maglia a pois, è Alejandro Valverde ad aprire per primo il fuoco tra gli uomini di classifica scattando sul Col du Pré. Una mossa al servizio di Quintana o di Landa o l’ennesima prova di forza dell’intramontabile campione murciano?

Valverde fa sul serio accumulando un vantaggio che  lo porta a un soffio dall’essere la maglia gialla virtuale in gara con Thomas che lo insegue nel gruppo dei migliori,  drappello sempre meno folto da cui ormai si sono staccati non solo Van Avermaet e Alaphilippe, gli eroi del giorno prima, ma anche Uran, Mollema, Majka e Van Garderen destinati a uscire definitivamente dalla partita.

Valverde trova per strada Soler, il compagno della Movistar che faceva parte della fuga iniziale di una trentina di corridori. Ne restano davanti ancora pochi mentre si sale sul Cormet  de Roselend: ci sono lo spagnolo NIeve, il belga Valgren, il nostro Caruso, l’ultima pedina rimasta nelle mani della Bmc dopo la resa anche di Van Avermaet, e Warren Barguil su cui puntano i francesi ricordando la sua impresa l’anno scorso sull’Izoard ma sarà proprio lui il primo a cedere sotto l’azione dei big che ieri hanno deciso di prendere tutta la scena del Tour.

E tra i big, all’inseguimento di Valverde, ecco scattare nella discesa del Cormet de Roselend Tom Dumoulin: un’azione imperiosa, quella dell’olandese, che in pochi km raggiunge Valverde andando a caccia degli ultimi battistrada. L’attacco di Dumoulin mette in allerta la corazzata Sky che che scorta Froome e Thomas. Dumoulin è un falco, Valverde lo è sempre di meno tanto da non essere più in grado di dare un cambio all’olandese che lo pianta in asso andando da solo a riprendere prima Barguil, poi Valgren e Caruso.

Solo Nieve resiste in fuga quando mancano meno di due km all’arrivo. Valverde viene risucchiato e superato dal drappello dei migliori dove c’è ancora anche Nibali ma non più Landa, la cui défaillance vanifica la tattica studiata dalla Movistar tanto più che anche Quintana non osa mettere la ruota davanti a quella di Froome e Thomas.

A 1500 metri dall’arrivo ecco che a dare la frullata non è Froome ma Thomas: un’azione che rompe gli schemi consolidati in casa Sky dove da sempre vige solo il principio del tutti per uno (Froome) e non il contrario dell’uno per tutti. Che fa Froome di fronte alla sparata del compagno gallese? All’inizio sembra che voglia proteggerlo, ma da chi visto che Quintana è molle e anche Nibali, a furia di frullate, è ormai staccato di un tornante.

Allora Froome, giustificato anche da un allungo di Martin, si mette a mulinare le gambe come solo lui sa fare e in un batter d’occhio supera Nieve ed è a ridosso di Dumoulin ma non ce la fa ad agguantare Thomas che vince alla grande e conquista la maglia gialla sulle strade che l’avevano visto trionfare nell’ultimo Giro del Delfinato. A 20” Dumoulin riesce a precedere Froome per la volata del secondo posto.

Nibali arriva con Quintana e Bardet a 59” al termine di una tappa sofferta per lo Squalo che comunque sale al quarto posto in classifica a 2’15” dalla maglia gialla, preceduto di 20” da Dumoulin terzo. Una classifica che di fatto apre una fase  del tutto nuova del Tour che sembra riportarci al 2012 quando a soffrire il diktat della scuderia  era Froome costretto a fare lo scudiero di Wiggins.

Oggi, terza e ultima tappa alpina, con l’arrivo sul mitico traguardo dell’Alpe d’Huez, si capirà meglio quale strategia ha in mente di adottare il Team Sky che ieri ha incominciato a ipotecare il Tour con i suoi due più forti rappresentanti.

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