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Tour: sprint di Cavendish, doping per Paolini

Ventiseiesimo centro al Tour di Mark Cavendish: a due anni di distanza dall’ultima vittoria a Saint-Amand-Montrond, a un anno dal ritiro per la caduta nel volatone al termine della prima tappa inglese ad Harrogate, riecco Cannonball esplodere di nuovo tutta la sua potenza sul traguardo di Fougères, sgusciando fuori dalle ruota di Kristoff per poi bruciare sulla fettuccia d’arrivo André Greipel. Terzo, cliente fisso ai podi, è ancora Peter Sagan.

La settima tappa del Tour sta tutta nella volata finale. Ma non sarà ricordata solo per il ritorno al successo di Cavendish. E’ anche la tappa che si corre senza maglia gialla nel gruppo. Ma sbaglia chi ne sottolinea la ragione nel fair play di Chris Froome che non avrebbe voluto indossarla per rispetto allo sfortunato Martin. Come fece, ad esempio, Eddy Merckx nel Tour del 1971 quando Luis Ocana in giallo volò disastrosamente fuori strada nella discesa del Col du Mente. Di fatto fino alla partenza della settima tappa, cioè quella di ieri, il titolare della maglia a tutti gli effetti era Tony Martin perché pur essendo caduto rovinosamente a meno di un km dall’arrivo era riuscito a tagliare il traguardo con l’aiuto dei compagni. Essendo il ritardo neutralizzato dalla giuria perché l’incidente era avvenuto entro i 3 km dal termine, di fatto era sempre Martin e non Froome il leader della classifica anche se immediatamente un comunicato della squadra ne annunciava il ritiro per la rottura composta della clavicola. Il britannico ha solo dovuto attendere la fine della tappa di ieri per indossare di nuovo e regolarmente la maglia gialla. Certo non era mai capitato nella storia più che secolare del Tour che due corridori in maglia gialla dovessero abbandonare per cadute la corsa. E’ successo nella terza frazione a Cancellara. Ieri l’altro a Martin: strano destino per i due più forti crono man in circolazione.

Ad agitare le acque, se mai ce ne fosse bisogno in un Tour già nervoso che si sta avvicinando alle grandi montagne, è caduta come un fulmine a ciel sereno la notizia della positività alla cocaina di Luca Paolini, prontamente escluso dalla corsa dalla sua squadra, la Katusha, prima ancora delle controanalisi. Una brutta vicenda che macchia uno dei corridori portato fino a ieri a esempio per la sua passione e combattività, mai venute meno nonostante i 38 anni suonati, unico italiano quest’anno a vincere una classica del Nord, la Gand-Wevelgem con uno straordinario assolo nel finale.

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Tags: CiclismoTour