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Tour: Nibali flop, Van Avermaet in giallo

Nella tappa che esalta Greg Van Avermaet vincitore in solitario e nuova maglia gialla, crolla Vincenzo Nibali che già alla quinta tappa esce di fatto dai giochi per la vittoria finale lasciando ad Aru in casa Astana il compito di tentarci. Protagonista assoluto con un’impresa di altri tempi è Van Avermaet, un belga che insegue da anni, sfiorandola più volte, la gloria in una classica-monumento e che la trova finalmente al Tour dopo mesi difficili per una clavicola spezzata in primavera.

Il fiammingo, che è un signor corridore vincitore quest’anno anche della Tirreno-Adriatico, ha realizzato un capolavoro entrando nella fuga del giorno, animandola assieme al connazionale Thomas De Gendt fino a ottenere un vantaggio a due cifre sul gruppo per poi piantare in asso tutti sulle rampe del Col de Porthus e involarsi verso il traguardo. Un trionfo in solitario che alza l’asticella del valore di questo corridore fino a oggi considerato solo nelle corse di un sol giorno, vista la sua carriera con due podi e cinque volte nella top ten del Giro delle Fiandre e un terzo posto nella Parigi-Roubaix del 2015 cinque.

Dopo la tappa perfetta di Lioran c’è curiosità nel vedere come saprà difendere la sua maglia gialla che da ieri porta sulle spalle con un vantaggio che è un autentico tesoretto: oltre cinque minuti sui vari Froome, Quintana, Aru, Valverde e Rodriguez; 6’38” su Contador; addirittura 14’06” su Nibali. La classifica, fino a martedì giocata sul filo dei seondi, ha subito la prima importante scossa dopo la prima vittoria per distacco di questo Tour. De Gendt, l’ultimo a cedere al ritmo impresso da Van Avermaet, arriva secondo a 2’34”.

Non capitava dal 2007 dall’accoppiata Steegmans-Boonen che due belgi arrivassero primi e secondi in una tappa del Tour. Terzo a 5’04” è Rafal Majka, che faceva parte della fuga iniziale ma che alla fine giungeva assieme Joaquim Rodriguez, mantenendo appena tre secondi di vantaggio sul gruppo dei migliori da cui da tempo aveva malinconicamente perso contatto Nibali e nella parte finale anche Contador.

Ma se lo spagnolo, pur con tutti i suoi problemi di salute, limitava a 33” il distacco nei confronti di Froome e Quintana, Aru e Valverde, Nibali a Lioran arrivava 13’45” dopo Van Avermaet, perdendo l’abisso di 8’37” da Froome e gli altri big. Una giornata che in casa Astana delinea senza ombra di dubbio le gerarchie con Aru leader per la classifica e con lo Squalo al suo servizio pronto a cogliere l’occasione di centrare una tappa di prestigio.

“Non c’erano le gambe oggi – ha spiegato Nibali a giustificazione del suo distacco. Del resto l’avevo detto di essere venuto al Tour per prepararmi alla gara olimpica di Rio”. Anche nel motorhome della Tinkoff il dopo-corsa non era quello dei momenti migliori: persa la maglia gialla di Sagan (ieri 101esimo a oltre 23 minuti dal vincitore), crescono i dubbi sulle possibilità che Contador, dopo le due cadute nelle prime due tappe, possa tener testa a Froome e Quintana.

Non si capirebbe altrimenti perché ancora una volta Kreuziger, dopo l’accelerata di Cherbourg che aiutò Sagan a vincere ma che mandò fuori giri un Contador sofferente, ha lasciato solo il suo capitano quando Quintana e Froome, preoccupati anche del vantaggio accumulato da Van Avermaet, hanno scatenato la bagarre staccando nel finale Pistolero, che pur con molta signorilità, ha denunciato una certa disorganizzazione nelle fasi decisive. “Pensavo anche di perdere di più di 33” da Froome e gli altri. Spero di recuperare sui Pirenei e sulle Alpi. Io voglio ancora lottare”.

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