Chris Froome, in maglia gialla sul podio di Bagnères de Bigorre, se la rideva come un ragazzino che avesse fatto la più riuscita delle monellerie. Aveva appena vinto la prima cavalcata pirenaica non allungando, con le sue tipiche frullate, sulle pendeze del Tourmalet o del Peyresourde ma mettendo in atto un’azione che non apparteneva fino a oggi al suo repertorio di campione: l’attacco in discesa come è avvenuto ieri appena superato lo striscione dell’ultimo Gpm di giornata, quello del Peyresourde. Una mossa improvvisa, una sorta di saetta che in pochi attimi, anche approfittando di un momento di distrazione di Quintana alle prese con una borraccia, ha fatto il vuoto. Assiso sulla canna del telaio, con il corpo in parallelo tutto proiettato in avanti per sfruttare tutta l’aerodinamica, Froome ha dato uno spettacolo che entra di diritto tra le immagini cult della storia del Tour. Sfruttando i lunghi rettilinei dei colli pirenaici, il fuoriclasse britannico ha toccato velocità vertiginose, con punte di oltre 90 km all’ora e con una media nei 15 km finali – di cui gli ultimi tre in piano – di 62,5 km orari. E in quella posizione immortalata dalle telecamere, a quell’andatura da brivido, il corridore più forte del Tour si inebriava esaltandosi e divertendosi, protagonista inatteso di un eccitante videogame mai prima d’ora conosciuto, una sorta di Superman vanamente inseguito dagli altri.
Un’azione ad alto tasso di rischio e di spettacolarità che lancia Froome in testa alla classifica ma che non uccide il Tour come capitò l’anno scorso quando il “keniota bianco” aggredì la salita verso La Pierre Saint-Martin sbriciolando gli avversari. Ieri tra lui e i suoi rivali diretti – Quintana, Rodriguez (buon terzo dietro a Daniel Martin), Valverde e Aru – il distacco è stato una manciata di secondi: 13 per l’esattezza (più altri 10” di abbuono) tanto che la nuova classifica vede ben 13 corridori raccolti in appena 34 secondi. Ma la frustata data da Froome al Tour è di quelle che lasciano il segno alla vigilia di un’altra frazione che promette scintille arrivando ai 2240 metri di Andorra Arcalis, un traguardo ambito da Purito Rodriguez che vive nel Principato a cavallo tra Spagna e Francia, un’occasione anche per Quintana per dare uno squillo dopo la lezione subita ieri da Froome.
La tappa pirenaica dei quattro colli, dal Tourmalet al Peyresourde, se non ha fatto sfracelli pur rivoluzionando la classifica, ha comunque fatto vittime illustri mettendo anche la parola fine alla favola gialla di Greg Van Avermaet arrivato al traguardo con un ritardo di quasi 26 minuti da Froome. Ma se il crollo del belga non sorprende in una tappa di alta montagna, provoca invece non poco stupore vedere che nel gruppo dell’ex maglia gialla, alla deriva sui colli pirenaici, c’è anche Vincenzo Nibali. E’ vero che il vincitore del Giro è venuto al Tour per preparare al meglio la gara olimpica di Rio, ma dopo il raggio di luce lasciato intravedere nella precedente tappa dell’Aspin, nessuno si aspettava un flop simile, forse nemmeno lui che oggi riparte verso Andorra Arcalis 54esimo in classifica a oltre 33 minuti da Froome. Anche per i colori francesi non è stata una buona giornata: Thibaut Pinot, dopo la crisi sull’Aspin, ha provato a raddrizzare il Tour allungando con Majka sul Tourmalet, ma dopo essere transitato per primo sul mitico colle e sul successivo, l’Hourquette d’Ancizan, è ripiombato nelle sue giornate no finendo a oltre 16 minuti da Froome. Non gli resta che lottare per la maglia a pois dei grimpeur(da ieri sulle spalle di Majka) e per un successo di tappa. Obiettivo quest’ultimo cui deve puntare anche Julian Alaphilippe, l’enfant prodige molto coccolato del ciclismo transalpino, che ieri ha preso una scoppola che l’ha fatto sprofondare in classifica poco avanti di Nibali. Discorso a parte merita un altro sconfitto di Bagnères-de-Luchon che è Alberto Contador, ancora una volta staccato da Froome ma anche da Quintana e dagli altri migliori: ma il Pistolero, a differenza di Nibali, non vuole arrendersi e cerca ogni giorno di limitare i danni sperando di ritrovare la perfetta salute prima del Ventoux e delle Alpi. Intanto, dopo il 17esimo posto di ieri a 1’41” da Froome, il suo ritardo in classifica è salito a 3’12”. Non è un abisso ma giorno dopo giorno in casa Tinkoff sembrano sempre più scettici sulla possibilità che il Pistolero torni in corsa per vincere il Tour, tanto che hanno liberato Roman Kreuziger – ben piazzato nelle generale, 12esimo a 34” dalla maglia gialla – da ogni obbligo di gregariato nei confronti di Contador. Una sorta di diarchia decisa on the road dal team russo mentre all’Astana è ormai una monarchia assoluta con Fabio Aru, finora sempre con i primi, capitano unico dopo la nuova pesante débacle di Nibali.