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Tour: è la volta di Kittel al fotofinish

In attesa delle prime salite di oggi sui colli vulcanici del Massiccio Centrale, il Tour continua mandare in onda il festival dei velocisti, uno dei più entusiasmanti a memoria d’uomo grazie alla concentrazione di fuoriclasse dello sprint che presenta la 103esima edizione della Grande Boucle, autentici acrobati del pedale che rischiano ogni volta carambole impressionanti, sgomitando al limite del lecito scaricando tutta la loro potenza.

Dopo la fantastica doppietta di Cavendish a Utah Beach e ad Angers e lo spettacolare affondo di Sagan a Cherbourg, ieri a Limoges grande protagonista è stato Marcel Kittel che per una questione di millimetri ha bruciato Bryan Coquard che ad Angers già era arrivato terzo, confermando di essere con Bouhanni e Demare il punto di forza dello sprint francese. Tanto da meritare l’omaggio dell’Equipe.fr con un titolo che è una sorta di investitura tra i grandi dello sprint: “Le Coq dans la grande cour”.

Ancora una volta, come nel caso di Cavendish con Greipel ad Angers, ci è voluto il fotofinish per dare l’ufficialità della vittoria di Kittel, l’ottava in carriera per il Marcantonio tedesco, leader della Etixx-Quick-Step. Una volata che si è fatta subito complicata per Kittel dopo che il solito capo-treno del tedesco nelle volate, il nostro Fabio Sabatini, non azzeccava la traiettoria giusta all’ingresso del rettilineo di arrivo.

Per sua fortuna Kittel trovava la copertura di un altro compagno, l’argentino Richeze, un treno di riserva sufficiente per appaiare e scavalcare – solo con l’occhio dell’elettronica – Coquard sulla linea del traguardo. Terzo era Sagan, sempre più in maglia gialla grazie anche ai 4” secondi di abbuono intascati. Cavendish dopo il bis è sembrato pago del suo ottavo posto, non potendo nemmeno contare sull’aiuto del fido Renshaw.

In ripresa anche Alexander Kristoff – quinto – dopo un avvio di Tour piuttosto deludente nel giorno del suo 29esimo compleanno. Sorprendentemente fuori della top ten André Greipel, solo 19esimo, cui deve bruciare ancora la sconfitta al fotofinish di Angers. Anche se meno soporifera della precedente, anche la tappa di ieri, la più lunga del Tour con i suoi 237 km,  è vissuta sullo sprint finale di Limoges, il capoluogo della Haute-Vienne, celebre per le sue porcellane.

Un’altra giornata ideale per chi doveva curarsi le ferite come Contador. Una tappa che lascia tutto il tempo per riandare con la memoria a eventi del passato che il Tour visse a Limoges come l’indimenticabile arrivo solitario di Lance Armstrong nel 1995 con lo sguardo e le braccia levati verso al cielo per ricordare il suo compagno di squadra Fabio Casartelli morto tragicamente due giorni prima nella discesa del Portet d’Aspet.

Già oggi, sulle alture del Massiccio Centrale, il Tour, celebrati e ringraziati per il momento i velocisti, attende altri protagonisti. Il percorso verso Le Lioran – un susseguirsi di colli di terza e seconda categoria – presenta un finale particolarmente accidentato.

E sui i tanti Puy della tappa, anche se non sono duri come il celebre Puy de Dome, anche la classifica – dove Aru buon ottavo a 18” da Sagan affianca Froome e Quintana – potrebbe avere qualche sussulti. Di certo per Contador ma anche per Nibali è un primo test sulle loro condizioni in vista dei Pirenei che il Tour affronterà questo week-end.

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