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Tour, Aru in giallo ma Astana decimata

Il giorno dopo a ruoli invertiti non è stato semplice interpretarli per Aru e Froome nella tappa più corta del Tour, corsa ad alta velocità, incarognita da tre colli pirenaici dalle pendenze toste, nobilitata dall’attacco di Contador fin dalla prima asperità del Col de Latrape e anche dalla resurrezione di Quintana sul Col d’Agnes. Froome, il dittatore per la prima volta deposto, ha con sé sempre i suoi fidi scudieri, ma ovviamente lascia a quelli dell’Astana il compito di fare l’andatura e di ricucire anche perché con Contador va in fuga pure Landa. Ma l’Astana dov’è? Aru, in maglia gialla, si trova presto da solo senza alcun compagno, una posizione scomoda e insolita per un leader, ma la sfortuna si sta accanendo contro il team kazako che assiste alla stoica resistenza di Jacob  Fulgsang che pedala fin da subito nella retrovie fino a quando il male per le microfratture al polso e al gomito non lo costringe al ritiro. Aru si mette a tirare da solo, ma quando rifiata non trova nessuno che gli dia il cambio. Davanti Contador, fino a ieri l’altro relegato ai margini del Tour come fosse il  vecchietto della canzone di Modugno, ritrova il ritmo di un tempo, la sua pedalata “en danseuse” questa volta punge e fa il vuoto.

Con lui c’è Landa che, essendo a meno di tre minuti da Aru in classifica, incomincia a intravedere la possibilità di unire l’utile – l’ordine di scuderia di fare da eventuale punto di riferimento a  Froome – al dilettevole –agguantare la maglia gialla o almeno andarle molto vicino. Aru è sempre più solo contro tutti: controlla Froome, ha occhi per Bardet, sta attento a Uran, felice perché la giuria gli ha tolto la penalizzazione di 20” per rifornimento fuori legge. In questo gioco di guardie e ladri, Quintana prova a tornare Condor e si mette a inseguire Contador. I primi in classifica lo lasciano fare, anche perché il colombiano ha più di 4 minuti di ritardo in classifica. 

Solo Barguil in maglia bianca a pois rossi, anche per rafforzare la sua leadership degli scalatori, riesce ad agganciare le ruote di Quintana. Ai due si unirà anche Kwiatkowski, un’altra pedina Vip del clan Froome. La tappa non ha un momento di respiro: Contador, anche per la brevità della tappa, sa di poter dare tutto senza andare in debito di forze  come gli è capitato nelle tappe dure oltre i 200 km. Sull’ultimo colle, il Mure de Péguère dalle pendenze oltre il 15% nella parte finale, Quintana e Barguil raggiungono i due fuggitivi, non Kwiatowski che ha atteso Froome per dargli una mano. Il vantaggio dei quattro sulla maglia gialla si aggira sempre sui due minuti. Aru ha l’indole dell’attaccante ma essendo isolato teme contraccolpi, se ne sta perciò alle ruote di Froome. Si attende lo scatto di Bardet ma il francese questa volta non si muove. A muoversi con una mezza frullata delle sue è Froome, un’azione che non produce nulla perché Aru è pronto ad annullarla: serve solo a ridurre il distacco dal poker che guida la corsa, in sostanza fa solo del male a Landa che vede svanire ogni possibilità di agguantare la maglia gialla. Il basco, gran grimpeur,  è una sfinge impenetrabile sui pedali ma non deve averla presa bene. La lunga discesa verso il traguardo di Foix non cambia la situazione della corsa: nella volata a quattro Contador parte in testa ma non regge al ritorno di Warren Barguil , che vince la tappa, e anche di Quintana che piazzandosi secondo incamera 6” di abbuono. Erano 12 anni che un francese non vinceva la tappa del “Quatorze Juillet”, la festa nazionale francese. L’ultimo a farlo era stato David Moncoutié nella Briançon-Digne-les-Bains del Tour 2005.  

Aru difende senza grossi danni la maglia gialla ma l’abbandono prima  di Dario Cataldo e ieri di Fuglsand priva l’Astana dei due più forti scudieri in montagna per la maglia gialla. Froome, che non sembra il marziano degli altri anni ma che ha dalla sua la crono di Marsiglia nella penultima tappa, resta secondo a 6”. Bardet è terzo a 25”, quindi Uran a 35”. Al quinto posto a 1’09”è balzato Landa. Anche Quintana a Foix si sente tornato in corsa avendo dimezzato il distacco a 2’07” da Aru. Rientra nella top ten anche Contador che ora è decimo a 5’22”. Con questa classifica sempre più corta,  il Tour lascia i Pirenei iniziando l’avvicinamento alle Alpi: ma prima delle ultime decisive montagne, con il mitico Galibier e l’arrivo in cima all’Izoard, ci sono tappe che invitano a imboscate come quella odierna da Blagnac a Rodez: 181 km con un percorso movimentato nella parte finale e l’arrivo posto in cima alla Cote de Saint-Pierre, poco più di mezzo km  al 9,6%. Due anni fa qui si impose Greg Van Avermaet precedendo Sagan.

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