La corazzata Tour è pronta a mettersi in moto da Mont-Saint-Michel con una start-list che è un autentico parterre de roi. È l’unica corsa che riesce a richiamare ai suoi nastri di partenza il meglio del pedale mondiale. Per la seconda volta consecutiva si troveranno di fronte i quattro big dei grandi giri: Chris Froome, Nairo Quintana, Alberto Contador e Vincenzo Nibali. Ma non solo: quest’anno c’è anche Fabio Aru a guidare la carica delle giovani leve come il russo Ilnur Zakharin assieme a vecchi eroi del pedale, l’usato sicuro del ciclismo, come Alejandro Valverde e Joaquim Rodriguez.
Sono questi i nomi più gettonati per la classifica anche se i bookmakers concentrano i favori in particolare sul britannico Froome – fresco vincitore del Criterium del Delfinato le cui possibilità di una storico tris sono date a 2,5 – e Quintana, trionfatore alla recente Route du Sud, quotato a 3,25. Contador li segue a 5 mentre Nibali è addirittura dato a 25, il doppio dello stesso Aru. Lo Squalo, maglia rosa dell’ultimo Giro, ha più volte detto di essere al Tour avendo, però, come obiettivo la gara olimpica di Rio. E sul fronte delle scommese pare gli abbiano creduto.
198 partenti. La rappresentanza più nutrita tra i 35 Paesi è quella francese con 38 corridori. Ma anche quest’anno appare molto improbabile che i francesi interrompano il digiuno che dura dal 1985, ultima vittoria in maglia gialla di Bernard Hinault. E non sarà nemmeno facile ripetere l’exploit dell’anno scorso con due transalpini, Jean-Christophe Péraud e Romain Bardet ai posti d’onore dietro Froome. Péraud ha dovuto dare forfait perché infortunato. Ossrvato speciale sarà Julian Alaphilippe al suo primo Tour ma per la classifica uomini di punta saranno ancora Bardet e Thibaut Pinot più che Pierre Rolland piuttosto in fase calante. Anche per le vittorie di tappe i francesi non sono messi bene: assenti Démare e Coquard, anche Nacer Bouhanni è rimasto inopinatamente a casa per un’infezione alla mano subita in una lite con un cliente chiassoso dell’albergo in cui soggiornava alla vigilia del campionato nazionale.
13 italiani al via. Siamo meno numerosi dei francesi e anche di spagnoli (18), belgi e olandesi (entrambi 15) ma il pedale azzurro si presenta al Tour per la prima volta con i suoi due migliori pezzi: con Nibali c’è anche Aru che dopo il successo nella Vuelta dell’anno scorso ha fatto del Tour l’obiettivo di questa stagione, per il quale ha rinunciato anche al Giro. Nibali, dopo aver vinto il Giro, ha la possibilità di fare una doppietta, un’impresa – non riuscita a Contador nel 2015 – che lo proietterebbe tra i grandissimi del passato. Conoscendo lo Squalo, è difficile che proprio non ci faccia un pensierino anche se si guarda bene dal manifestarlo. Tra Aru e Nibali, peraltro, non pare che ci sia un buon feeling tanto che già si parla di Nibali in trattativa per guidare un nuovo team targato Bahrein. Non sarà facile in casa Astana gestire i due galli.
Vittorie di tappe. Il Tour si decide sempre in montagna ma nelle tappe per velocisti ci sarà da divertirsi con i più grandi specialisti del rush finale. Mancherà il “boxeur” Bouhanni, ma ci saranno tutti i migliori sprinters del pianeta: tre tedeschi del calibro di Marcel Kittel, André Greipel e John Degenkolb, che sta tornando in forma dopo l’incidente invernale; il norvegese Alexander Kristoff e, atteso ritorno dopo due annate sfortunate, riecco Mark Cavendish, che al suo attivo ha il record di vittorie di tappa con 26 successi. Nessun altro tra i partecipanti alla Grande Boucle ha fatto meglio. Autentico funambolo del pedale, ci sarà anche il campione del mondo, Peter Sagan, che cercherà di far sua la quinta maglia verde della classifica a punti spesso conquistata senza mai vincere una tappa. Ma quest’anno in maglia iridata l’enfant prodige slovacco ha finalmente trovato gusto anche a vincere, mettendo la sua firma anche al Giro delle Fiandre e abbandonando per sempre la fama di eterno piazzato.
Percorso. Il primo banco di prova per i corridori sarà rappresentato dai Pirenei, con una tre giorni in alta quota tra Francia, Spagna e Andorra. Il 14 luglio è la tappa del temuto Mont Ventoux, una delle cime che hanno fatto la leggenda del Tour, teatro di grandi e anche di tragedie (la morte in diretta di Tom Simpson nel 1967). Il monte pelato anticiperà di 24 ore la prima cronometro in programma, 37 chilometri da Bourg-Saint-Andéol a Vallon-Pont-d’Arc, in Ardèche. Poi, dopo lo sconfinamento in Svizzera con la tappa di Berna, si scaleranno le Alpi con tre frazioni per aquile, dai grandi dislivelli, in particolare quella del Monte Bianco a Saint-Gervais e la penultima di Morzine prima della passerella finale sugli Champs Elyséès di Parigi il 24 luglio.
Montepremi. 500mila euro: è questa la somma che tocca al vincitore del Tour, 50mila euro in più di quanto ha ricevuto Froome l’anno scorso. A tutti quelli che riusciranno a finire la corsa a Parigi spetterà un premio di mille euro, contro i 400 euro del 2015. Una vittoria di tappa verrà compensata con 8mila euro. Il montepremi totale messo in palio nella 103esima edizione del Tour è di 2.295.850 euro. Praticamente quanto guadagnerà in un anno Montella come nuovo allenatore del Milan, indipendentemente dai risultati.