A Nimes c’è il celebre Anfiteatro ma il Tour che vi è arrivato oggi ha solo gladiatori stanchi e rassegnati di fronte alla schiacciante superiorità dello Squalo. Ma non c’è sede di tappa migliore di questa città provenzale, detta anche la Roma francese con le sue prestigiose vestigia che richiamano i tempi di Cesare e dell’impero, per omaggiare la maglia gialla di Vincenzo Nibali, autentico imperatore del Tour che oggi, dopo le campagne dei Vosgi e delle Alpi e in attesa di quella dei Pirenei, si è concesso un giorno di quasi relax lasciando la scena agli acrobati dello sprint. Il tracciato era ideale per farlo.
La quindicesima tappa, 222 km con partenza da Tallard, è la classica frazione per i velocisti. A incarognirla un po’ ci sono pioggia, quasi un uragano, e il vento Ha vinto, bissando il successo di giovedì a Saint-Etienne, il norvegese Alexander Kristoff davanti all’austriaco Heinrich Haussler e a Peter Sagan, ormai abbonato ai piazzamenti. Una volata del gruppo che infrangeva proprio a 50 metri dal traguardo il sogno di vittoria di Jack Bauer, in fuga da ore con Elmiger e raggiunto sul filo di lana. Lacrime amare è il dopo corsa per il ventinovenne corridore dellaz Garmin-Sharp che avrebbe potuto dare alla Nuovas Zelamda il primo successso al Tour.
Kristoff è stato bravo a resistere a una scorrettezza di Greipel che lo ha stretto rischiando di innescare una disastrosa carambola. Il tedescone della Lotto-Belisol, detto il Gorilla, fallita l’operazione anti-Kristoff, finiva solo quarto. Deludente anche Marcel Kittel, autore di un poderoso tris nelle prime quattro tappe: l’Izoard deve aver riempito i suoi muscoli di acido lattico fino a farlo apparire un outsider e non il re degli sprinters nel volatone di fronte all’Anfiteatro. In classifica, alla vigilia del secondo giorno di riposo, tutto come prima con Nibali per la tredicesima giornata in giallo e con una gran voglia di porre la sua griffe anche sui Pirenei che il Tour affronterà ripartendo martedì da Carcassonne.