“Il rapporto con Franco Baldini non c’è mai stato e mai ci sarà: uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Due galli a cantare non ci possono essere”. Con queste parole Francesco Totti ha motivato la decisione di rassegnare le dimissioni dal club giallorosso. Poi però ha aggiunto: “È un arrivederci, non è un addio. Da fuori posso dire che è difficile vedere Totti fuori dalla Roma e da romanista non penso che possa succedere. In questo momento prendo un’altra strada, ma nel momento in cui un’altra proprietà punterà forte su di me io sarò sempre pronto. Ce ne sono tante di cose che posso fare ora, in questo mese valuterò le varie offerte che sono sul piatto”.
Totti ha sottolineato che con questa proprietà non sarebbe disposto a tornare nel club, nemmeno in caso di uscita da parte di Baldini. A proposito dei suoi dissidi con i vertici societari, l’ex numero 10 ha spiegato: “Io di soldi non ho mai parlato: ho chiesto di fare il direttore tecnico perché penso di avere queste competenze. Ma se poi fanno l’allenatore, fanno il direttore sportivo, fanno tante altre cose e non vengo mai interpellato, che direttore tecnico sono? Non ho mai avuto la possibilità operativa di poter lavorare sull’area tecnica della Roma. Non voglio fare il fenomeno, ma penso di capirne un po’ di più del giocatore di turno di altri che stanno a Trigoria. Io questo lo so fare”.
E ancora: “Non è stata colpa mia, perché non mi hanno dato possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Non ci siamo mai trovati, non ci siamo mai aiutati l’uno con l’altro. Sapevano le mie intenzioni, la mia voglia di dare tanto a questa maglia e a questa società, ma loro non hanno mai voluto, mi tenevano fuori da tutto. Mi chiamavano solo quando erano in difficoltà. In un anno avrò fatto 10 riunioni. Come se mi volessero accantonare da tutto”.
Non solo. Secondo Totti, “è stato sempre un pensiero fisso di alcune persone di levare i romani dalla Roma. Da otto anni a questa parte, da quando sono entrati gli americani hanno cercato in tutti i modi di poterci mettere da parte. Alla fine, sono riusciti a ottenere quello che volevano”.
Per quanto riguarda il caso De Rossi, “io già da settembre dissi ad alcuni dirigenti, se pensate che questo sia l’ultimo anno di Daniele, diteglielo subito – ha rivelato ancora Totti – Non fate come con me, che me lo avete detto a due giornate dalla fine. Perché è una bandiera, è il capitano della Roma e merita rispetto. E mi dicevano sì, abbiamo una stagione davanti, ora vediamo. Se fossi il presidente e avessi due bandiere come Totti e De Rossi gli darei in mano tutto. Per rispetto, perché sanno che cosa significa la romanità. Pallotta si è circondato di persone sbagliate e continua a farlo. Ci sono tante persone a Trigoria che fanno il male della Roma e Pallotta questo non lo sa”.
In generale, secondo l’ex Capitano giallorosso, la lontananza dei vertici del club “è pesata tantissimo, perché poi i giocatori trovano sempre una scusa. Il presidente deve essere più sul posto, perché quando vedono il capo stanno tutti sugli attenti e cominciano a lavorare come devono. Quando non c’è il capo fanno tutti come gli pare”.
Totti ha poi fatto chiarezza sul suo ruolo nella scelta del nuovo allenatore della Roma: “L’unico che ho sentito è stato Antonio Conte, che ci aveva dato l’ok. Lo avevamo sentito e visto diverse volte. Ma poi ci sono stati dei problemi e adesso è allenatore dell’Inter”.
Infine, una freccia avvelenata a Pallotta: “I presidenti passano, gli allenatori passano, i giocatori passano… Le bandiere non passano”.