Francesco Totti, la bandiera della Roma degli ultimi vent’anni, divorzia dal club giallorosso. L’annuncio chock avverrà lunedì ma ormai i giochi sono fatti. Totti voleva più spazio nella dirigenza della Roma diventando possibilmente il nuovo direttore tecnico, come è successo a Paolo Maldini nel Milan, ma il presidente James Pallotta gli ha preferito Franco Baldini, che resta il suo consulente preferito. Proprio l’incomunicabilità tra Totti e Baldini ha indotto l’ex capitano a rompere gli indugi e a preparare il divorzio scatenando l’ira dei tifosi giallorossi che accusano Pallotta di aver “distrutto la Roma” dopo il recente divorzio con Daniele De Rossi.
L’ira e la delusioni dei tifosi sono comprensibili di fronte a un’icona come Francesco Totti ma siamo proprio sicuri che dal punto di vista manageriale Pallotta stia davvero sbagliando? Come già con De Rossi, è sempre una questione di stile e di modi ma è difficile sostenere che Totti – che ha due piedi d’oro ma non parla l’inglese e non sa leggere un bilancio – sia migliore di Baldini, manager stimatissimo dall’ultimo allenatore che ha vinto uno scudetto nella Roma, e cioè Fabio Capello.
Naturalmente al cuore non si comanda e per i fans l’addio di Totti non può che essere una ferita dolorosissima: ma i tifosi della Roma dovrebbero forse preoccuparsi di più delle amarezze che sta loro preparando la società sul calciomercato. Manolas, Dzeko e Zaniolo sono tutt’altro che incedibili e, salvo miracoli, se ne andranno. Per Manolas basta pagare una clausola da 36 milioni e in questo momento il Napoli è in pole position anche se la Juve non ha ancora abbassato la guardia. Ma la Juve sta pensando soprattutto a dare l’assalto a Zaniolo, anche se la Roma chiede 70 milioni. Considerando che tra i bianconeri c’è già Bernardeschi, forse alla Juve di Sarri serve più Zaniolo (che è juventino da sempre e che ha solo 19 anni) che Federico Chiesa, che sicuramente non costa meno. Infine Dzeko, stimatissimo da Antonio Conte, potrebbe approdare all’Inter se i nerazzurri non riusciranno a mettere le mani su Lukaku.
Del resto l’ex allenatore della Roma aveva lanciato l’allarme per tempo quando disse che se la squadra non avesse centrato l’ingresso in Champions sarebbe stata costretta a cedere i pezzi migliori. E’ quello che accadrà, anche se, dopo le vendite, qualche acquisto i giallorossi lo faranno. Ma non basterà a rasserenerare una tifoseria tanto provata dall’addio delle icone.