A un passo dal baratro e dal naufragio delle trattative per la formazione del Governo M5S-Pd, i Cinque Stelle – che in mattinata avevano annullato il previsto incontro con Zingaretti in attesa di un pronunciamento definitivo del Nazareno pro-Conte bis – hanno rilanciato il dialogo con il Pd. Lo hanno fatto dopo che dal Pd sono arrivate conferme ufficiali che non ci sono più pregiudiziali contro la conferma di Giuseppe Conte nel ruolo di premier e dicendosi di conseguenza disponibili ad approfondire le trattative su “temi e programmi”.
Ma sulla squadra? Non c’è dubbio che, una volta sdoganata la presidenza Conte – a cui è arrivata anche l’endorsement del Presidente americano Donald Trump – in carico ai Cinque Stelle, il Pd avrà in dote ministeri pesanti come gli Esteri, forse l’Interno, la Difesa e l’Economia. Ma c’è un nodo che ancora non è stato risolto ed è quello di Luigi Di Maio, che ambirebbe a restare vicepremier e ad assumere la guida del Viminale al posto di Matteo Salvini. Ma su questo il Pd non molla.
Si vedrà come finirà, ma nel pomeriggio di oggi le probabilità che il Governo Cinque Stelle-Pd a guida Conte nasca peer davvero sono notevolmente salite e domani sia Di Maio che Zingaretti metteranno le carte in tavola davanti al Presidente Sergio Mattarella che potrebbe concedere qualche giorno in più ai due promesi sposi per stendere il programma del nuovo Governo.