TotalEnergies chiude un altro trimestre stellare. La compagnia petrolifera francese ha annunciato un utile netto di 20,5 miliardi di dollari per l’anno 2022, in crescita del 28% rispetto al 2021, unendosi ai guadagni record del settore grazie all’aumento dei prezzi del petrolio e del gas dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. I profitti colossali, tuttavia, non sostengono il titolo alla Borsa di Parigi: le azioni della società sono scese del 3% a 55,82 euro alle 10:45.
I prezzi del petrolio e del gas, così come i margini di raffinazione, sebbene in calo rispetto ai massimi precedenti, sono “rimasti forti in un contesto di mercati con restrizioni dell’offerta”, ha osservato l’amministratore delegato Patrick Pouyanne in un comunicato. Inoltre, con l’allentamento delle misure Covid in Cina, TotalEnergies è stata in grado di trarre vantaggio da questo contesto favorevole, incrementando la produzione e aumentando le vendite di gas naturale liquefatto del 22%.
Profitti colossali per TotalEnergies e dividendo di 3,81 euro per azione
Se si escludono le perdite contabili legate all’uscita dalla Russia, pari a quasi 15 miliardi di dollari, l’utile netto rettificato della società (che esclude le voci eccezionali) è di 36,2 miliardi di dollari. Il profitto è salito a 20,53 miliardi di dollari da 16,03 miliardi di dollari nel 2021 e il flusso di cassa dalle operazioni è balzato a 47,37 miliardi di dollari da 30,41 miliardi di dollari. Si tratta dell’utile più alto mai raggiunto dalla società e uno dei migliori nella storia del CAC40.
La major francese ha dichiarato che proporrà un dividendo di 3,81 euro per azione, con un aumento del 6,4% rispetto all’anno precedente e in aggiunta al pagamento speciale di 1 euro per azione già annunciato.
Contributo di solidarietà sugli utili
L’aumento dei profitti, in un momento in cui la maggior parte delle persone soffre di una crisi del costo della vita, ha messo l’industria petrolifera nel mirino dei politici di tutto il mondo. TotalEnergies e le altre Big Oil sono già state colpite da tasse impreviste nel Regno Unito e in Europa, il cosiddetto “contributo di solidarietà” sugli utili “in eccesso” generati dalle attività legate a petrolio, gas, carbone e raffinazione. “La raffinazione è stata in perdita per anni e ora, nell’anno in cui iniziamo a guadagnare, viene tassata come un superprofitto, quando invece è solo un profitto”, ha dichiarato Pouyanné.
Il gigante francese, tuttavia, non contesterà questo contributo a livello europeo. D’altra parte, ne trarrà “le conseguenze”: “nel Regno Unito, investiremo meno”, ha sintetizzato Pouyanné affermando che il suo gruppo pagherà “33 miliardi di dollari” in tasse in tutto il mondo nel 2022. “Siamo tra i primi 10 contribuenti al mondo”, ha detto.
Il colosso francese ritiene che il petrolio si manterrà anche quest’anno al di sopra degli 80 dollari al barile e prevede che le “tensioni sui prezzi del gas in Europa continueranno a causa della crescita limitata della produzione di gnl e dell’aumento della domanda. I margini di raffinazione in Europa, in particolare per i carburanti come il diesel, saranno sostenuti dall’effetto dell’embargo europeo sui prodotti petroliferi russi”.
E per il 2023? La società prevede che la produzione di petrolio e gas, escludendo la sua partecipazione nel produttore russo di gnl Novatek PJSC, aumenterà quest’anno del 2% a 2,5 milioni di barili equivalenti al giorno. Prevede di investire tra i 16 e i 18 miliardi di dollari nel 2023, di cui 5 miliardi saranno destinati all’energia a basse emissioni di carbonio.