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Toshiba: il Cda dà via libera alla proposta di acquisto da 15 miliardi di dollari

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Dopo gli scandali contabili e di governance e le perdite da record per Toshiba arriva il momento della svolta. Il gruppo giapponese ha accetta l’offerta di acquisizione ricevuta dal consorzio di aziende guidato dalla società di private equity Japan Industrial Partners che ha messo sul piatto 2 trilioni di yen, 15,3 miliardi di dollari, circa 14 miliardi di euro. Dopo l’anticipazione pubblicata dal quotidiano finanziario giapponese Nikkei, è arrivata la conferma ufficiale di Toshiba. Secondo il giornale nipponico, il futuro acquirente dovrebbe realizzare l’operazione attraverso un’offerta pubblica di acquisto per poi procedere ad un delisting di Toshiba. Il tutto dovrebbe avvenire non prima della fine di luglio. 

Nella nota rilasciata nella mattinata del 23 marzo, la società fa sapere che il consiglio di amministrazione di Toshiba non ha tuttavia raccomandato ai propri azionisti di accettare l’offerta.

Toshiba: dagli scandali alla vendita

L’offerta da 15,3 miliardi rappresenta un premio di circa il 9,6% rispetto al prezzo di chiusura di Toshiba di giovedì. Secondo i dati Refinitv, si tratta della terza maggiore transazione realizzata a livello globale nel 2023.

Toshiba è un conglomerato tentacolare le cui attività comprendono l’energia nucleare, la tecnologia della difesa e che possiede il 40% del produttore di chip di memoria Kioxia Holdings. Sono una ventina le società, tutte giapponesi, che hanno aderito al consorzio guidato da Japan Industrial Parten. Tra esse figurano Orix, Rohm e Chubu Electric Power. 

L’acquisizione potrebbe finalmente porre fine ad anni di turbolenza che hanno coinvolto l’azienda giapponese, tra cui gli scandali che l’hanno messa in difficoltà e avviata verso la vendita. Il management di Toshiba, il governo giapponese e la grande percentuale di azionisti stranieri dell’azienda sono stati in disaccordo sul futuro dell’azienda, con investitori attivisti che cercano di massimizzare i rendimenti mentre lo stato ha dato la priorità a tenere le tecnologie e le attività sensibili fuori dalle mani straniere, fa sapere Bloomberg.

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