Torna, come di consueto nell’ultima domenica del mese di ottobre, l’ora solare: questo potrebbe essere il penultimo anno in cui avviene il doppio cambiamento durante l’anno (lancette un’ora avanti l’ultima domenica di marzo e un’ora indietro l’ultima di ottobre), visto che la Commissione europea a partire dal 2020 vorrebbe obbligare ogni Paese membro a optare stabilmente per uno dei due orari. La decisione sarà presa ad aprile 2019, proprio poco dopo il ritorno dell’ora legale, previsto per domenica 31 marzo 2019. Intanto, nella notte tra sabato 27 e domenica 28 si torna all’ora solare, dopo sette mesi di ora legale: per la precisione, alle ore 3 di notte si spostano di un’ora indietro le lancette degli orologi.
Come da consuetudine, i sette mesi di ora legale hanno consentito di risparmiare in consumi (e costi) di energia elettrica: secondo le stime preliminari registrate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 25 marzo 2018, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 554 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 205 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 290 mila tonnellate.
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Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2018 è stato pari a circa 111 milioni di euro.
Nei mesi di aprile e ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.
Dal 2004 al 2018, sempre secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di oltre 1 miliardo e mezzo, per l’esattezza circa 1 miliardo e 545 milioni di euro.