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Torna la questione morale. Lunedì la manovra arriva alla Camera

L'”Espresso” riferisce di un colloquio telefonico nel quale Berlusconi consigliava a Lavitola di restare all’estero: Ghedini smentisce – Intanto Penati è accusato di corruzione per il caso della Milano Serravalle – Napolitano: “L’Italia deve cambiare per stare in Europa”.

Torna la questione morale. Lunedì la manovra arriva alla Camera

 L’operazione manovra, accolta positivamente da Bce ed Europa, non è ancora ultimata, visto che la Camera darà il via libera definitivo (quasi certamente con la fiducia) nei primi giorni della prossima settimana, e irrompe di nuovo nel dibattito politico la questione morale. Questione questa volta bipartisan Da una parte infatti c’è una nuova intercettazione rilevata dall'”Espresso” che riguarda Berlusconi, dall’altra un aggravarsi della posizione giudiziaria di Filippo Penati che imbarazza sempre più il Pd. Secondo quanto riferisce l’Espresso (ma l’avvocato Ghedini parla di “notizia infondata”) il presidente del Consiglio, in un  colloquio telefonico, avrebbe consigliato al faccendiere Valter Lavitola (ora latitante), di restare all’estero dopo che questi lo consultava sul comportamento dopo le prime notizie sul caso Tarantini. Sul fronte opposto ci sono le nuove accuse a Filippo Penati, già presidente della Provincia di Milano e capo della segreteria del segretario del Pd Bersani, accusato di corruzione per quanto riguarda il caso dell’autostrada Milano-Serravalle.

 In attesa che a Montecitorio si concluda definitivamente il laborioso iter della manovra ieri il Consiglio dei ministri ha approvato due provvedimenti costituzionali: il primo per inserire nella prima parte della Carta l’obbligo del pareggio di bilancio, il secondo per abolire le province. Non mancano i dubbi sull’efficacia di questa seconda misura visto che viene anche affidata alle regioni la possibilità di creare nuove “forme associative tra i comuni”. Non manca chi pensa che in questo modo le province finiscano per essere abolite solo nominalmente. Restano comunque i tempi lunghi previsti per l’approvazione di leggi costituzionali. Niente ancora sul fronte della riduzione del numero dei parlamentari, anche se nei giorni scorsi era stata annunciata da parte di autorevoli esponenti della maggioranza, un’analoga iniziativa costituzionale in materia. Insomma, anche a margine della manovra, le misure anti-casta non appaiono particolarmente convincenti.
 E’ tornato a far sentire la sua voce anche il presidente della Repubblica che dalla Sicilia si è rivolto ai cittadini perchè sono loro che debbono convincersi che “l’Italia deve cambiare per stare in Europa”.

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