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Torna la crescita in Europa: Pil +0,3% nel trimestre. Rehn: “Necessario perseverare nelle riforme”

Il secondo trimestre 2013 porta l’Europa fuori dalla recessione: il pil è cresciuto dello 0,3% sia nell’Eurozona sia nella Ue-27, battendo le previsioni degli analisti (+0,2%). Il prodotto interno lordo è tornato a crescere dopo sei trimestri consecutivi di calo (-0,3% nel primo trimestre) mentre su base annua l’economia rimane in contrazione con un calo dello 0,7%. Il dato, particolarmente atteso, segue quello di ieri sulla produzione industriale di giugno che a sorpresa è salita dello 0,7% nell’Eurozona e dello 0,9% nella Ue (dopo un maggio in calo).

Siamo al punto di svolta? I dati “non devono lasciare spazio ad alcun autocompiacimento: tutti noi sappiamo che ci sono ancora notevoli ostacoli da superare”, ha commentato Olli Rehn, il commissario europeo agli affari economici. Rehn ha definito “incoraggianti” i dati sul pil, in linea con le previsioni di primavera, affermando che ci sono “timidi segnali di crescita” ma precisando che si tratta di una crescita “ancora fragile”. La parola chiave è “perseverare”: “una ripresa sostenuta – ha aggiunto Rehn – è ora a portata di mano, ma solo se persevereremo su tutti i fronti nelle riposte alla crisi: mantenere il ritmo delle riforme economiche; riprendere il controllo della nostra montagna di debiti, sia pubblici che privati; costruire i pilastri per una vera e propria politica economica e monetaria dell’Unione Europea, senza scappatoie, dove non possono prosperare i banchieri irresponsabili o i politici miopi”. Rispetto allo stesso trimestre 2012, Pil a -1,1% nell’Eurozona e di -0,7% nella Ue e le previsioni per l’intero 2013 sono di un anno ancora in contrazione con la ripresa che si manterrà graduale nella seconda metà dell’anno.

Rehn ha poi precisato che “le medie nascondono notevoli differenze tra gli Stati membri”.  E infatti l’Italia ha messo a segno ancora un trimestre di contrazione a -0,2% (seppure in miglioramento dal -0,6% di marzo), insieme all’Olanda (-0,2%) ma peggio della Spagna (-0,1%) e mentre torna a crescere anche il Portogallo (+1,1%). I numeri di Roma  non sorprendono Bruxelles. Per la Commissione Europa le cifre sul Pil di Spagna e Italia “sono molto in linea con le nostre previsioni” e quindi ”restano valide le raccomandazioni” approvate dal vertice europeo di giugno.

Tra i Paesi che hanno archiviato un segno positivo ci sono anche la Slovacchia, L’Estonia, l’Austria, il Belgio e la Finlandia. Lo sprint è arrivato comunque dalla positiva e inaspettata performance di Germania e Francia, che hanno diffuso i dati sul pil questa mattina. Berlino, che ieri ha archiviato un indice Zew sulla fiducia superiore alle attese, è cresciuta oltre le attese con un +0,7% sul trimestre precedente (quando aveva segnato una variazione nulla) e un + +0,5% destagionalizzato. Anche Parigi, che fino a poco tempo fa sembrava destinata a subire la forza centrifuga verso la periferia seguendo le orme di Italia e Spagna, con un inatteso rimbalzo ha messo a segno il miglior trimestre di Hollande: +0,5% sul trimestre che porta il paese fuori dalla recessione, con una progressione, dice l’istituto di statistica Insee, di un’ampiezza inattesa, la più importante dice l’istituto, registrata dal primo trimestre 2011.

Anche la Gran Bretagna mostra segnali di miglioramento della propria economia: la disoccupazione è rimasta stabile al 7,8% nel secondo trimestre, ma il mercato del lavoro mostra segnali di miglioramento con  il numero degli occupati tra aprile e giugno che ha toccato la cifra record di 29,8 milioni (+69 mila unità). Inoltre, la banca centrale inglese nelle minute della sua ultima riunione ha rilevato che gli indicatori fanno sperare a una crescita del pil nel terzo e quarto trimestre intorno al +0,6%, in linea con il secondo trimestre.

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