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Torna in Italia la pittura di López García

A quarantadue anni dalla prima e unica sua mostra personale in Italia (Torino, Galleria Galatea, 1972, con catalogo a cura di Giovanni Testori), Antonio López García ha accettato l’invito di Marco Goldin di tenere la sua seconda personale italiana. Dopo la morte di Andrew Wyeth prima, e di Lucian Freud poi, López García è considerato unanimemente il maggior pittore figurativo vivente al mondo.

Questa mostra vicentina, aperta fino all’8 marzo 2015, è evento eccezionale, dal momento che l’artista spagnolo ha sempre centellinato le occasioni in cui si sono potute vedere le sue opere, che hanno trovato peraltro casa in alcuni dei più famosi musei del mondo.

López García, che già è stato protagonista con tre opere (tra cui La cena, attualmente riesposta in Italia in occasione della Milanesiana) della mostra Raffaello verso Picasso nel 2012 sempre a Vicenza e dedicata alla storia del ritratto e della figura, si è mostrato affascinato dal progetto della mostra sui Notturni che Goldin proporrà in Basilica, accettando di parteciparvi con quattro opere. Prestiti importanti, sollecitati presso collezionisti e istituzioni dallo stesso artista. La prima di queste, una celeberrima scultura policroma su legno del 1963, Donna che dorme.

Il sogno, dal museo Reina Sofía di Madrid, che sarà posta in dialogo con le sculture dell’antico Egitto e con i ritratti del Fayum a lui cari. Poi, nella sezione successiva, il rapporto con le finestre notturne di Giorgione e Tiziano (saranno Grande finestra, del 1972-1973 e Finestra di notte, Chamartin, del 1980), mentre la quarta apparirà nella penultima sezione, quella dedicata alla pittura sulla notte condotta nel Novecento, da Klee e Hopper fino a De Staël e Rothko, e si intitola Tomelloso, giardino di notte, del 1980.

Ma, al di là dei quattro prestiti per la mostra in Basilica, l’artista ha accettato di essere protagonista di una mostra personale che lo stesso Goldin curerà presso la sede del museo civico vicentino. L’esposizione, promossa da Linea d’ombra e dal Comune di Vicenza, con l’apporto fondamentale di Segafredo Zanetti in qualità di main sponsor, si svolgerà dal 24 dicembre 2014 all’8 marzo 2015, coprendo quindi tutto il primo tempo della vasta mostra storica in Basilica, e avrà, nel volume/catalogo che verrà pubblicato per l’occasione, un lungo saggio di Marco Goldin, unitamente alle schede critiche dedicate alle venticinque opere che verranno esposte.

Opere racchiuse specialmente negli ultimi suoi vent’anni di attività. Molto concentrata sulla scultura, che ha occupato una parte importante dei pensieri di Antonio López negli ultimi due decenni, nella mostra troveranno spazio anche alcuni grandi disegni preparatori per le sculture stesse, oltre ad alcune vaste tele dedicate in modo particolare alle famosissime vedute della città di Madrid, appartenenti sia a collezioni private che a istituzioni pubbliche.

La rassegna vicentina non occuperà soltanto le cinque sale al piano terreno di Palazzo Chiericati, con lavori molto ben scanditi e distribuiti negli spazi, ma grazie al prestito straordinario dello stesso López García, partirà extra moenia, con due sculture monumentali in bronzo, Carmen addormentata e Carmen sveglia, che verranno collocate alle due estremità di Corso Palladio, come annuncio della mostra personale ma anche come annuncio, sul tema della notte e del risveglio, dell’esposizione in Basilica Palladiana. Di ognuna di queste sculture esistono tre esemplari, il primo al Museum of Fine Arts di Boston, il secondo nello spazio antistante la grande stazione ferroviaria madrilena di Atocha e il terzo rimasto nelle mani dell’artista. Il quale, in via del tutto eccezionale, ha deciso di concederlo a Vicenza, per questa circostanza che gli è diventata cara.

L’attenzione nei confronti della scultura di López García proseguirà all’interno di Palazzo Chiericati, con una netta divisione di materiali e temi. Il lato sinistro del palazzo vedrà la presenza di una celeberrima scultura, Uomo, del 2003, sempre di grande formato, e di uno tra i disegni preparatori, di oltre due metri di altezza. Quei disegni che sono un’altra delle eccellenze che la mostra potrà indicare. Altre due famose sculture, accompagnate ancora una volta da grandi fogli preparatori, sanciranno questa adesione millimetrica alla realtà. Quella realtà che, come recita il sottotitolo della mostra, ha sempre a che fare con il segreto e la magia del silenzio. Le altre due sculture saranno quindi Uomo disteso (2011) e una ancora più recente, conclusa lo scorso anno, Figura di donna. Fátima.

Invece, nella parte destra del palazzo, sarà ospitata una selezione dell’opera pittorica, raccolta attorno ad alcune vaste tele che hanno fatto tutta la grandezza di López García pittore e dedicate alle visioni dall’alto di Madrid, tra le quali la famosissima Madrid vista da Capítan Haya (1986/1997) del Museo Reina Sofía della capitale spagnola. Quadri condotti con una lentezza che è continua scoperta di motivi che si vanno approfondendo, dentro quella luce calcinata e però purissima, sospesa in un silenzio senza soluzioni, che la pittura delimita nell’assoluto della visione protratta. Assieme a queste grandi pitture più recenti, in due sale una breve carrellata anche dei quadri del primo López García, quello che nasce dal rapporto con lo zio pittore, Antonio López Torres.

Ma la cosa forse più straordinaria in assoluto, è che Vicenza presenterà l’ultimo, grande quadro cui López García sta lavorando, e che verrà ultimato proprio per la mostra di Palazzo Chiericati. Una tela quasi quadrata di oltre due metri di lato e intitolata Notturno, Poniente 3. Da un interno dimesso, nella luce della notte, i riflessi sulla finestra di un paesaggio urbano che lampeggia all’esterno e lascia tutta bloccata l’atmosfera della notte.

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Tags: ArteEventi