Sabato all’insegna dell’A4. Perché l’asse Milano-Torino non vivrà solo di Inter-Juventus. Qualche ora più tardi i riflettori si accenderanno anche allo stadio Olimpico, dove Toro e Milan si sfideranno per capire le loro reali dimensioni. I rossoneri infatti, già capitolati a Verona, non possono più permettersi passi falsi, e anche i granata vorrebbero togliersi lo sfizio di battere una big. Ma l’attenzione sul match di Torino sarà tutta per Ricardo Kakà. Inutile negarlo, l’alone scatenatosi attorno al brasiliano è enorme e la sosta non ha fatto che ingigantire ulteriormente l’attesa per rivederlo all’opera. Massimiliano Allegri lo sa bene, e infatti lo schiererà dal primo minuto.
“Vedremo – ha provato a nascondersi il tecnico rossonero. – Non ha ancora il ritmo partita per 90 minuti, ma si è allenato molto bene in settimana. E’ emozionato come un bambino, nonostante sia un Pallone d’oro ha la felicità di un esordiente”. Ma Allegri non vuole ridurre il suo acquisto solo all’aspetto mediatico: “E’ un grande esempio per tutti, passa gran parte della giornata a Milanello a curarsi e allenarsi. Ha un’intelligenza calcistica superiore alla media e un’accelerazione come pochi al mondo. Io considero il trequartista un uomo di centrocampo con qualità offensive, lui può essere l’uno e l’altro, capace dell’ultimo passaggio, ma anche di dettare i ritmi e le geometrie della squadra. E’ questo il Kakà che vedremo”.
Tanto entusiasmo insomma, e pazienza se la cabala non è proprio amica. Nell’era Allegri infatti, il Milan non ha mai vinto prima di un debutto in Champions League. Pensando alla partita di mercoledì contro il Celtic ci sarebbe dunque da preoccuparsi, ma i tabù, si sa, sono fatti anche per essere sfatati. “Dobbiamo farcela, dobbiamo vincere – ha suonato la carica il tecnico rossonero. – Il Torino è una squadra difficile da affrontare, gioca in un modo strano, impedendoti di esprimere il tuo calcio. Dovremo stare molto attenti”. Già, anche perché la difesa sarà piuttosto raffazzonata. De Sciglio, Abate, Silvestre, Bonera: a Torino non ci sarà nessuno di loro, inoltre Zapata rientra da un lungo viaggio intercontinentale. Giocherà, perché la morìa di centrali non consente turnover, un po’ come sulla fascia destra, dove Allegri ha il solo Zaccardo disponibile.
“Lo devo ringraziare – ha scherzato il tecnico. – Se fosse partito oggi saremmo in grande difficoltà, costretti ad abbassare Poli, invece utilizzerò lui perché conosce bene il ruolo”. Per il resto non ci sono grandi certezze: Emanuelson sembra in vantaggio su Constant per il ruolo di terzino sinistro, così come Muntari su Poli per affiancare Montolivo e De Jong a centrocampo. Là davanti, fermo restando che Kakà e Balotelli sono intoccabili, c’è ancora una maglia a disposizione. Se la giocano Robinho e Matri, con il brasiliano leggermente favorito sull’ex juventino. Nessuna chance invece per El Shaarawy: l’attaccante italo-egiziano, già nel mezzo di un periodo tutt’altro che felice, si è fatto male nell’allenamento di rifinitura, riportando una lesione al bicipite femorale della coscia destra. Nei prossimi giorni il calciatore si sottoporrà a ulteriori esami medici per stabilire prognosi e tempi di recupero.
In contemporanea, si giocherà anche al San Paolo, dove il Napoli riceverà l’Atalanta. Occasione per vedere un po’ di volti nuovi, come ha ammesso Benitez in conferenza stampa. “Ho già detto che in questa rosa sono tutti importanti – il pensiero dello spagnolo. – Se userò giocatori diversi non sarà per turnover, ma solo per coerenza”. La revolucion di Rafa potrebbe colpire persino Marek Hamsik, che nel caso verrebbe risparmiato in vista del Borussia Dortmund.