Il derby più equilibrato degli ultimi 30 anni. Da tanto tempo Torino e Juventus non si apprestavano allo scontro cittadino così vicini in classifica, e questo indipendentemente da come siano poi finiti quelli del passato. Nelle (poche) volte in cui i granata hanno avuto la meglio sui bianconeri è stato il cuore a fare la differenza, in una sorta di remake del sempre attuale racconto di Davide e Golia. Oggi però il Toro, pur senza snaturarsi eccessivamente, vuole sfidare la Juve su un terreno diverso, quasi fosse arrivato il momento del tanto atteso esame di maturità. In tutto ciò i bianconeri sogghignano a denti stretti, consapevoli di essere favoriti a prescindere, sia per l’indiscussa superiorità tecnica che per una maggiore attitudine a sfide di questo tipo. Il derby della Mole numero 192 (il 169 in Serie A) rientra di diritto nella categoria dei big match, e non solo per il fascino intrinseco di questi incontri. La Juventus arriva dalle vittorie con Atalanta e Dinamo Zagabria ma la sconfitta di Genova, contro un avversario simile per storia e caratteristiche ai granata, deve farle drizzare bene le antenne. Il Toro, dal canto suo, ha “rovinato” contro la Samp un ciclo di 3 successi consecutivi, che l’aveva proiettato addirittura in zona Europa League.
Momenti simili insomma, con l’aggiunta che il teatro del match sarà l’Olimpico (ora ribattezzato “Grande Torino”), stadio che già una volta ha giocato un brutto scherzo ai cugini più titolati. Tante poi le “sfide nella sfida”, a cominciare da quella delle panchine. Da una parte il sergente di ferro Mihajlovic, dall’altra il più compassato Allegri: il primo sembra fatto apposta per allenare i granata, il secondo, trofeo dopo trofeo, ha ormai conquistato il popolo bianconero. Sinisa la metterà sul cuore e sulla furia agonistica, Max punterà tutto sulla gestione del match, consapevole di avere più frecce nell’arco rispetto al rivale. Il duello più affascinante, però, riguarda il campo, precisamente l’attacco. Andrea Belotti e Gonzalo Higuain sono le stelle indiscusse delle due squadre, oltre che idoli delle tifoserie: ad oggi, clamorosamente, sta facendo meglio il primo, tanto che Cairo, forse stimolato proprio dal trasferimento dell’argentino, ha piazzato nel suo contratto una clausola rescissoria di 100 milioni (valevole solo per l’estero). Calcoli economici, ci mancherebbe, ma anche una piccola frecciata ai rivali di sempre, quasi a voler dire che se il “Pipita” vale 90, allora per il “Gallo” ne servono di più. Ulteriore benzina sul fuoco su un derby già accesissimo di suo, da sempre ricchissimo di pathos e agonismo. E forse, dopo tanti anni, carico di qualità tecnica da ambo le parti.