Crescita dimensionale ed equilibrio finanziario: su questi binari si muove l’immediato futuro di Hera, la multiutility del Centro- Nord che si avvia ad ampliarsi a Nord-Est con l’incorporazione di Acegas Aps e a consolidare il proprio equilibrio finanziario con l’entrata nel capitale del Fondo Strategico Italiano. Due operazioni strettamente connesse che vengono illustrate a FIRSTonline dal presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano.
FIRSTonline – Presidente, Hera ha accettato la proposta del Fondo Strategico Italiano di ingresso nel suo capitale fino a una quota prossima al 6%: è un sintomo di forza o di debolezza da parte di Hera il fatto di ricorrere a questa nuova iniezione di risorse?
Tommasi di Vignano – Ribalterei il ragionamento. Dal momento che la mission del fondo è il sostegno allo sviluppo strutturale di alcuni settori dell’economia italiana attraverso l’ingresso nel capitale di aziende selezionate, pienamente sane e con solide prospettive di crescita, ritengo che tale ingresso costituisca la migliore attestazione della bontà del progetto industriale e strategico di Hera.
FIRSTonline – Quali obiettivi si pone il gruppo in base a questa intesa?
Tommasi di Vignano – Attingeremo risorse importanti per proseguire il percorso di sviluppo dimensionale e operativo mai interrotto dalla nostra nascita, continuando però ad avere un equilibrio finanziario eccellente e proseguendo nella politica di creazione di valore. Occorre poi considerare le evoluzioni normative che si stanno delineando, volte a dare maggiore efficienza e competitività anche ai servizi pubblici regolati. Si pensi, ad esempio, alle gare gas. In questo contesto, avere la flessibilità finanziaria necessaria agli investimenti importanti che saremo chiamati a fare, è indispensabile per continuare a servire il territorio in modo ottimale. Ritengo inoltre che l’ingresso di un interlocutore così qualificato come FSI nel Gruppo, contribuirà ad allargare ulteriormente il respiro della nostra riflessione strategica, apportando una visione di “sistema” e competenze peculiari di grande valore.
FIRSTonline – FSI entrerà solo al termine del percorso di aggregazione con Acegas Aps, perché?
Tommasi di Vignano – Hera ha tutte le caratteristiche che il FSI valuta per identificare i propri investimenti. Innegabilmente però il progetto di aggregazione con Acegas Aps è un elemento qualificante del nostro percorso di crescita. Anche perché all’interno della missione di FSI rientrano quei progetti finalizzati anche a ridurre, nel settore, il numero degli operatori. Conseguentemente la piena realizzazione di questo accordo rappresenta una condizione necessaria per dare poi esecuzione all’aumento di capitale in opzione che aprirà le porte all’ingresso del Fondo della Cassa Depositi e Prestiti
FIRSTonline – Quali sono le tappe di questo percorso?
Tommasi di Vignano – Il prossimo 15 ottobre l’assemblea straordinaria di Hera sarà chiamata a deliberare gli aumenti di capitale al servizio delle operazioni collegate all’integrazione con Acegas Aps, nonché la delega al Cda di Hera per l’aumento di capitale per massime 80 milioni di azioni con diritto di opzione a favore dei soci Hera e dei possessori delle nostre obbligazioni convertibili. L’accordo prevede un impegno di FSI ad apportare risorse fino ad un massimo di 100 milioni attraverso la sottoscrizione dell’eventuale inoptato o attraverso l’acquisto dei relativi diritti di opzione, ceduti da soci già presenti.
E’ opportuno sottolineare che l’impegno di FSI è, tra l’altro, condizionato al conseguimento di una quota di capitale sociale minima intorno al 3% o all’acquisto di diritti di opzione detenuti dai soci di Hera che consentano di sottoscrivere almeno il 2,6% del nostro capitale sociale. Inoltre l’accordo è vincolato all’ottenimento di tutte le necessarie e opportune autorizzazioni da parte delle autorità competenti.
FIRSTonline – Quali opportunità e prospettive industriali e strategiche apre l’integrazione con Acegas? E l’entrata di FSI?
Tommasi di Vignano – L’orizzonte strategico è il medesimo. Consolidare nel settore dei servizi pubblici locali una realtà in grado di coniugare una dimensione che offra efficienze e capacità d’investimento con il radicamento territoriale che deve necessariamente avere un operatore di pubblici servizi. Tutto questo mantenendo il modello di corporate governance che ha sempre caratterizzato Hera: un controllo pubblico esercitato da un’ampia pluralità di soggetti.
FIRSTonline – Dove avrà sede la nuova Hera?
Tommasi di Vignano – Al termine del percorso aggregativo Hera diventerà azionista al 100% di AcegasAPS, che però manterrà personalità giuridica e l’attuale sede sociale a Trieste. La sede di Hera continuerà a essere a Bologna.
FIRSTonline – Con questa aggregazione il baricentro della multiutility si sposta dal Centro-Nord (Emilia-Marche) al Nord-Est?
Tommasi di Vignano – Ritengo sia fuorviante parlare di baricentro. Quando la sfida che si gioca è quella di costruire una delle maggiori pubblic utility del paese, al servizio di milioni di cittadini, è più importante concentrarsi sui meccanismi di governance e organizzativi che garantiscono a tutti i territori l’adeguato coinvolgimento nelle scelte strategiche e operative. E soprattutto che consenta all’azienda di affinare sempre più la capacità d’ascolto necessaria a cogliere i bisogni delle diverse realtà.
FIRSTonline – Come peserà il forte indebitamento di Acegas sulla nuova società? (447 milioni a fronte di un Ebitda 2011 di circa 120 milioni)
Tommasi di Vignano – Occorre premettere che l’indebitamento di AcegasAPS è anche il frutto di una serie importante d’investimenti fatti in tempi recenti e destinati a portare frutto nel medio termine. In ogni caso il tema è stato oggetto di approfondita analisi, l’impatto sul breve sarà modesto date le dimensioni relative e sarà completamente neutralizzato dalle risorse fresche contribuite da FSI; perciò riteniamo di poter confermare al 2016 il rapporto debito su margine operativo lordo al di sotto di 3 volte, un valore giudicato ottimale dai mercati e dalle agenzie di rating.
FIRSTonline – Hera pensa di affrontare in qualche modo l’ostilità che la fusione sta suscitando in una parte politica (in particolare il movimento 5 stelle sta raccogliendo firme per una petizione)?
Tommasi di Vignano – Il tema, squisitamente politico, è di esclusiva competenza dei comuni soci e delle forze politiche in essi rappresentati. L’unica risposta che Hera potrà dare, se l’operazione si concluderà positivamente, sarà quella dei fatti, migliorando ulteriormente la qualità dei servizi erogati
FIRSTonline – Al termine di queste operazioni, Acegas ed FSI, come sarà composto il Cda di Hera? ci saranno ricadute sulla governance?
Tommasi di Vignano – Nel breve il consiglio d’amministrazione passerà da 20 a 21 componenti per consentire l’ingresso, fra i consiglieri di minoranza, di un rappresentante di FSI. Rimane però confermata la riduzione, già deliberata, a 15 del numero di consiglieri a partire dal 2014. Di questi, i comuni di Padova e Trieste nomineranno un membro ciascuno.