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Tobin tax, timidi passi alla Camera

Tobin tax: mentre in Europa è vivo il dibattito con iniziative e divisioni tra favorevoli e contrari – con Sarkozy che accelera, la Gran Bretagna che frena e Monti che sostiene che “potrebbe essere la volta buona” – qualcosa comincia a muoversi anche alla Camera. L’argomento è affidato all’attenzione delle commissioni Esteri e Finanze di Montecitorio. A Montecitorio sono state presentate tre proposte di legge: una è del deputato del Pd Ivano Miglioli, la seconda ha la prima firma di Andrea Sarubbi, anch’egli del Pd, ma è sostenuta da altri 14 parlamentari appartenenti a tutti i gruppi; la terza ed ultima in ordine di presentazione è quella che ha la prima sigla di Pier Luigi Bersani, seguita da quella di Franceschini.

Per agevolare i lavori, aggirando un ostacolo che può essere rappresentato dalla necessità di coordinare e armonizzare tempi e sedute di Finanze ed Esteri, la commissione Finanze ha inviato una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini, per chiedere a sé l’assegnazione specifica della proposta di legge a firma Bersani. E questo in considerazione del fatto – è la spiegazione – che la proposta Bersani non contiene profili che coinvolgono la competenza anche della commissione Esteri.

A questo punto i tempi per l’avvio dell’iter sono dettati dalla risposta che giungerà dalla presidenza della Camera. Nel caso di assenso all’assegnazione alla sola commissione Finanze del progetto Bersani, il cammino delle altre due proposte probabilmente rallenterebbe sino a fermarsi del tutto. La proposta di legge a firma del segretario Pd prevede l’istituzione di un’imposta speciale sui trasferimenti finanziari pari allo 0,05% del valore dello strumento oggetto della transazione.

La destinazione del gettito che verrà raccolto con l’introduzione dell’imposta viene così ripartito: il 25% sarà destinato al finanziamento di uno specifico fondo europeo, da istituire mediante trattato internazionale, per sostenere specifici progetti di sviluppo e di contrasto dei cambiamenti climatici nei Paesi che hanno introdotto l’imposta sulle transazioni finanziarie.

Nelle more dell’entrata in vigore del trattato istitutivo di questo fondo europeo, questa parte del gettito sarà destinata a progetti nazionali di contrasto dei cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni climalteranti. Nella misura di un altro 25% il gettito andrà a integrare la legge n. 49 del 1987 al fine di reintegrare e di aumentare i fondi per la cooperazione allo sviluppo.

La parte restante sarà destinata provvisoriamente al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, al fine di contribuire alla riduzione dell’ammontare del debito pubblico italiano, in attesa che sia costituita un’agenzia europea per i debiti sovrani.

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