I colossi delle telecomunicazioni hanno reagito bene alla prima ondata della pandemia di Covid-19 dal punto di vista del servizio offerto, nonostante i lockdown generalizzati abbiano fatto aumentare in maniera esponenziale il traffico dati mettendo a dura prova le reti. A pagare le spese della pandemia sono stati però i parametri economici delle società, zavorrati dall’aumento dei costi e dalla riduzione dei ricavi causata dal modello di offerta “in bundle”, largamente diffuso in tutto il mondo.
Questi i principali dati contenuti nell’ultima indagine dell’Area Studi Mediobanca sui 30 maggiori Gruppi mondiali del settore delle telecomunicazioni con un fatturato superiore a 30 miliardi di euro.
IL TRAFFICO DATI
Tutti chiusi in casa, con lo smartphone in mano o con gli occhi puntati sullo schermo del pc per sapere cosa stava accadendo nel mondo. Il risultato di questi comportamenti è stata una vera e propria esplosione del traffico dati nei periodi di lockdown tra marzo e maggio, con i picchi che si sono spostati dai centri città, dove sorgono le sedi degli uffici, alle zone residenziali, dove invece ci sono le abitazioni. Questo il trend osservato a livello mondiale e l’Italia non è stata da meno, anzi. Nei mesi tra marzo e maggio i valori medi mensili di traffico dati giornaliero sulla rete fissa sono cresciuti del 75,5%, mentre sulla rete mobile l’aumento è stato del 74,9%. L’incremento del consumo dati su device mobili – sottolinea lo studio – è stato più alto nelle aree con i più limitati tassi di penetrazione delle reti fisse residenziali.
Le Big del settore Tlc in ogni caso hanno dimostrato di saper reggere bene la pressione, offrendo un servizio all’altezza della situazione in quasi tutte le occasioni
I RICAVI: LA CLASSIFICA DELLE PRINCIPALI SOCIETÀ
Nel primo semestre del 2020, il fatturato aggregato dei 30 principali operatori mondiali è calato del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019, scendendo a quota 540,8 miliardi di euro. L’impatto è stato più contenuto in Asia (-0,4% di ricavi a 220,7 miliardi) e in Europa (-1% a a 147,8 miliardi) e più forte nelle Americhe (-4,8% di ricavi a 172,3 miliardi).
Rimanendo nel vecchio continente, la classifica dei ricavi dei primi sei mesi del 2020 è dominata da Deutsche Telekom, che ha registrato un fatturato di 47 miliardi di euro, in crescita dell’1,5% rispetto al primo semestre del 2019. Secondo posto per Vodafone Groupe con 21,8 miliardi di ricavi (+1,5%), terzo per Telefonica (21,7 miliardi e -10%). Seguono Orange (20,8 miliardi e +1%), BT Group (11,9 miliardi e -5,3%) e Tim con 7,8 miliardi (-13,7%).
I RICAVI ITALIANI
Nel nostro Paese il primo semestre del 2020 è stato caratterizzato da un calo dei ricavi aggregati dei principali operatori pari a -8%, con la rete mobile complessivamente in minore affanno (-6,5%). Il fatturato nei servizi mobili dei primi 3 operatori (Tim, Wind Tre e Vodafone) è diminuito di circa 500 milioni, zavorrato dalla chiusura dei negozi e dal ridotto traffico roaming da e verso l’estero.
Parlando dei principali operatori a spiccare è il boom mostrato da Iliad, il cui fatturato è cresciuto del 75,6% a 132 milioni di euro. Bene anche Fastweb (+5,3%), mentre a registrare ribassi sono Wind Tre (-3,1%), Vodafone (-5,1%) e Tim (-13,7%).
“Nonostante durante il lockdown si sia registrata un’impennata della connettività, l’Agcom prevede una contrazione dei ricavi del settore in Italia per l’intero 2020 tra il 6% e il 10%”, evidenzia il report.
LE TLC IN ITALIA PRIMA DEL COVID-19
Andando indietro nel tempo, secondo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel 2019 il settore tlc rappresentava l’1,67% del Pil e il 2,42% della spesa delle famiglie. I ricavi erano già in calo prima del Covid. Basti pensare che il fatturato complessivo delle Tlc era pari a 29,8 miliardi nel 2019 (-4,4% sul 2018 ), mentre nel 2010 ammontava a 42,2 miliardi.
Parlando delle società Tim è prima per fatturato anche nel 2019 (13,1 miliardi; -5,5% sul 2018) davanti a Vodafone (5,7 miliardi; -5,2%) e Wind Tre (5,1miliardi; -6,5%).
Nel lungo periodo è Fastweb l’azienda che è cresciuta di più. “Escludendo le start-up (Iliad e Open Fiber) e le più piccole Eolo e Linkem, nel quinquennio Fastweb è l’unica a crescere (+27,8% i ricavi), con investimenti industriali superiori alla media italiana.”, sottolinea Mediobanca. Wind Tre è invece l’operatore con la più elevata redditività (ebit margin al 17,4%) seguita da Tim (16,5%), entrambe tornate all’utile nel 2019, non più appesantite da svalutazioni e oneri straordinari.