AT&T si conferma stabilmente al primo posto della classifica mondiale delle Tlc in termini di fatturato, mentre in Europa a dominare è Deutsche Telekom. Tim si piazza al diciassettesimo posto a livello internazionale e al primo nella classifica italiana che vede Iliad continuare a scalare posizioni, arrivando a fine 2020 alla quinta posizione con un fatturato di 668 milioni di euro.
A livello generale nel primo semestre del 2021, il settore delle telecomunicazioni ha provato a rialzare la testa dopo le difficoltà vissute nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19 che, nonostante il boom del traffico dati, ha visto i ricavi continuare a scendere, toccando a fine 2020 quota 1.080 miliardi, in ribasso dell’1,9% sul 2019.
Questi alcuni dei dati contenuti nell’indagine dell’Area Studi Mediobanca sui 27 maggiori società di Tlc mondiali con un giro d’affari superiore a 10 miliardi di euro. Un rapporto
LA CLASSIFICA MONDIALE DELLE TLC
Sette gruppi asiatici, 6 europei e 4 americani. È così composta la classifica delle maggiori telco internazionali, guidata in termini di fatturato dal colosso Usa AT&T, che ha chiuso il 2020 con ricavi pari a 140 miliardi di euro (-7% sul 2016). Al secondo posto si piazza invece Vodafone con 105 miliardi, seguita da Deutsche Telekom (101 miliardi) che scalza dalla terza posizione la giapponese NTT (quarta con 94,4 miliardi) grazie all’acquisizione di Sprint dall’altra nipponica Softbank. Tim è l’unica azienda italiana ad apparire nella classifica mondiale dei principali gruppi di tlc sopra i 10 miliardi, posizionandosi al 17esimo posto con 15,6 miliardi di euro di ricavi.
Prendendo in considerazione i margini industriali è Verizon a svettare con un ebit margin al 23,1%, seguita dalla giapponese KDDI (19,6%), dalla Lumen Tech (17,4%) e dal duo China Mobile e America Movil (16,3% ciascuno). A Tim spetta invece la migliore incidenza media degli investimenti industriali sul fatturato nel triennio 2018-20 (26%), un primato ottenuto anche grazie all’acquisto delle frequenze per il 5G completato nel 2018 e nonostante i soli investimenti materiali del gruppo siano diminuiti del 19% sul 2019.
Per quanto riguarda il 2021, Mediobanca fa notare che “lo scorporo di Warner Media da parte della AT&T e la cessione di Aol e Yahoo da parte di Verizon nel 2021 sanciscono la possibile fine dell’idillio nella convergenza tra le telco e la produzione di contenuti, con gli accordi di distribuzione tra i due settori che divengono ora la strada più percorsa”.
LA CLASSIFICA EUROPEA
In Europa la scena è tutta per Deutsche Telekom che nel primo semestre del 2021 ha sfiorato i 53 miliardi di ricavi (+1,2%). Più del doppio rispetto alla seconda in classifica, Vodafone Group, che nei primi sei mesi dell’anno ha registrato un fatturato pari a 22,28 miliardi di euro (+2,3%). Chiude il podio Orange con 20,86. Tim invece è sesta (7,5 miliardi -2,4%) preceduta da Telefonica (20,83 miliardi) e BT Group (11,5 miliardi).
E IN ITALIA?
In Italia Tim (business unit italiana) continua a non avere rivali, con un fatturato che ha fine 2020 è stato pari a 12 miliardi di euro, in ribasso dell’8,4% rispetto al 2019. Secondo posto, con 5,1 miliardi di ricavi (-9,4%) per Vodafone, seguita da Wind Tre (4,9 miliardi; -3,7%) e Fastweb (2,3 miliardi; +3,6%). Quinta, come detto, Iliad in 5° posizione, che ha archiviato il 2020 con ricavi pari a 668 milioni, in rialzo del 58,3% rispetto al 2019. “Escludendo le start-up (Iliad e Open Fiber) e le più piccole Eolo, PosteMobile e Linkem, nel quinquennio Fastweb è l’unica a crescere (+28%), con investimenti industriali superiori alla media italiana”, sottolinea Mediobanca.
Parlando dei margini, è Wind Tre l’operatore con l’ebit margin più elevato (17,4%) seguito da BT Italia (16,6%) e Tim (13,4%), con gli utili di Wind Tre in spolvero (+414%) grazie ai minori interessi passivi iscritti a bilancio dopo la ristrutturazione dell’indebitamento realizzata nel 2019.
LE TELCO NEL PRIMO SEMESTRE 2021
Dopo un 2020 difficile, con ricavi in calo dell’1,9% a 1.080 miliardi, nel primo semestre di quest’anno il fatturato aggregato dei 27 principali operatori delle telecomunicazioni a livello mondiale ha invertito la rotta, salendo del 4,8% a quota 555,5 miliardi di euro. A contribuire alla crescita è soprattutto l’Asia & Pacifico (+8,5% a 236 miliardi). Bene anche i player delle Americhe (in crescita del 4,5% a 168 miliardi), mentre l’Europa rimane al palo (-0,5%) con un fatturato aggregato di 151,4 miliardi di euro.
Sempre nel primo semestre “gli investimenti sono calati del 2,5%, con i tagli maggiori per Americhe e Asia & Pacifico (rispettivamente -11,1% e -10,1%), ma sono cresciuti del 20,6% per l’Europa che deve recuperare i ritardi nella diffusione del 5G”, sottolinea Mediobanca.
IL MERCATO ITALIANO
Tra il 2016 e il 2020 i ricavi del settore delle telco sono complessivamente diminuiti a un tasso medio ponderato del 2,7%, con la rete mobile in maggior affanno (-5,2%) rispetto alla fissa (- 0,3%). Il trend è continuato anche nei primi sei mesi del 2021, periodo in cui i ricavi domestici degli operatori italiani sono calati dell’1,8%, con la contrazione più ampia per la rete mobile (-5,4%). “Il calo del fatturato nei servizi mobili è concentrato nei primi 3 operatori (Tim -0,4%, Wind Tre -10,3% e Vodafone -5,2%) con una diminuzione cumulata di 420 milioni di euro”, si legge nel report che evidenzia anche la crescita a doppia cifra di Iliad (+23,9% sul I semestre 2020). Bene anche Fastweb (+6,9%).
Anche la crescita della rete fissa (+1,2%) mostra delle zone d’ombra. I numeri sono infatti controbilanciati dalle politiche ribassiste applicati dai principali operatori sui rispettivi piani tariffari in attesa del lancio dei servizi fibra da parte di nuovi attori (Iliad). “L’inasprimento del contesto competitivo e la necessità di nuovi investimenti volti all’implementazione su larga scala del 5G e all’incremento della diffusione della fibra rendono improcrastinabile per il settore l’esigenza di cogliere le opportunità di crescita provenienti dalle nuove tecnologie digitali (tra cui cloud, AI e servizi ict) nel prossimo futuro”, fa notare Mediobanca.