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Timori per la Germania, Borse in frenata. A Piazza Affari male le banche, corre Unipol

FIRSTonline

Giornata di ribassi, prese di profitto e incertezza per le Borse europee che risentono, dopo il bollettino della Bce di ieri, dei deludenti dati macro sulle esportazioni arrivati dalla Cina, che confermano il rallentamento asiatico. I listini hanno poi registrato il dato peggiore delle attese sulla produzione industriale francese e la crescita solo moderata della Germania nel secondo trimestre: in vista inoltre della pubblicazione dei dati sul Pil del secondo trimestre, in agenda la settimana prossima, stamattina il ministero dell’Economia della Germania ha diffuso un comunicato nel quale stima una crescita moderata nel secondo trimestre, seppur sostenuta da export e consumi.

Milano chiude in calo dello 0,72%, Francoforte -0,29%, Parigi -0,61%, Londra -0,08%. Madrid –0,88%. Crolla in particolare Bankia per la quale si teme la necessità di una iniezione di fondi d’urgenza. Non solo. Questa mattina un comunicato del fondo salva banche pubblico spagnolo ha annunciato che gli investitori privati dovranno partecipare ai costi di risanamento. Inoltre, per l’agenzia di rating Fitch anche i creditori privilegiati delle banche potrebbero subire perdite dal salvataggio degli istituti di credito spagnoli.

Tra l’altro per Fitch ci sono dubbi sul fatto che il piano europeo di aiuti fino a un massimo di 100 miliardi di euro per le banche spagnole possa bastare “a fronte delle grandi difficoltà dell’economia e del mercato” del Paese. Le difficoltà dell’esposizione al settore immobiliare infatti non vengono meno.

Lo spread Btp-bund risale a 451 punti dall’apertura di 440. L’euro scende sul dollaro a 1,2296.

Wall Street apre negativa. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones e il Nasdaq cedeno circa lo 0,18%. Bene l’esordio del Manchester United: i titoli dei Red Devils salgono, nei primi minuti di scambi, a 14,5 dollari per azione a fronte dei 14 dollari del prezzo fissato nell’Ipo.

A Piazza Affari male le banche sui timori dell’effetto contagio della crisi del debito ma anche del rallentamento dell’economia e dell’aumento delle sofferenze. L’Abi ha precisato che le sofferenze stanno aumentando ma che le banche italiane rimangono solide. Gli effetti della recessione sul sistema delle imprese italiane e sulla loro capacità di far fronte alle obbligazioni contratte nei confronti delle banche sono evidenti ma non devono “portare ad esprimere giudizi affrettati circa la condizione strutturale della qualità del credito delle banche italiane”, ha detto L’associazione bancaria italiana.

Unicredit prevede per il secondo semestre un trend dei ricavi e della qualità del credito difficile. Il titolo perde il 2,09%. Oggi Barclays ha tagliato il prezzo obiettivo a 3,25 euro da 3,6 mantenendo il giudizio equal weight. Bper -2,80%, Intesa -2,50%, Banco -2,45%, Mps -1,91%.

Corre solo Mediobanca nel comparto galvanizzata dai possibili movimenti nell’azionariato attorno alle mosse del patron della Tod’s Diego Della Valle. In evidenza sul Ftse Mib Stm +1,28%, Finmeccanica +1,19%, A2A +0,98%,, Mediolanum +0,72% e Mediaset +0,64%. Unipol sale del 2,05% dopo i conti semestrali che hanno registrato utili raddoppiati e nonostante il taglio del rating di S&P.

Brusco calo di Saras in calo del 9,04%% dopo la presentazione dei dati del trimestre. Il gruppo della raffinazione ha realizzato un Ebitda comparabile di 33,6 milioni di euro contro una media di 52 milioni delle stime degli analisti.

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