Vivendi muove un’altra mossa sulla scacchiera dove si gioca la partita Tim: i francesi hanno chiesto all’autorità antitrust dell’Ue, in una lettera, di esaminare il ruolo svolto dal ministero del Tesoro italiano nel piano di acquisizione delle attività di rete dell’ex monopolio telefonico, riporta Reuters.
Nella lettera, che porta la data del 18 gennaio e indirizzata alla Direzione generale della Concorrenza dell’Ue, Vivendi ha invitato la Commissione europea a prestare “attenzione al ruolo e al coinvolgimento del ministero dell’Economia nella concentrazione. Nonostante l’importanza del coinvolgimento del Tesoro nella transazione per la valutazione della concorrenza da parte della Commissione, Vivendi teme… che la notifica possa non rivelarlo correttamente o minimizzarlo”, si legge nella lettera.
Tim ha concordato a novembre di vendere la sua pregiata rete fissa al fondo statunitense Kkr in un accordo storico, del valore fino a 22 miliardi di euro earn out compresi, che porterebbe a una riduzione del debito e del personale di Tim. L’operazione è sostenuta dal governo italiano, che ha autorizzato il Tesoro ad assumere una partecipazione fino al 20% nella società della rete nell’ambito di un accordo con Kkr.
L’assist che potrebbe incidere sulla causa in tribunale
Un portavoce della media company francese guidata da Arnaud de Puyfontaine e Yannick Bolloré, non ha voluto commentare la lettera, dice Reuters, ma ha ribadito che la società farà appello a tutte le sedi per far valere i propri diritti e il proprio ruolo di maggiore azionista. Vivendi già ha contestato l’accordo in un tribunale italiano lo dicembre.
Secondo alcuni osservatori, la lettera di Vivendi potrebbe essere interpretata come la richiesta di una sorta di assist da parte di Bruxelles: se la risposta fosse affermativa, di fatto verrebbe riconosciuto dall’Ue il coinvolgimento del Mef nell’operazione e quindi rafforzerebbe la posizione di Vivendi nella causa intentata a Milano: i francesi infatti sostengono che la delibera del cda relativa alla vendita della rete sia illegittima e quindi inapplicabile perché il cda di Tim, guidato da Pietro Labriola, non avrebbe considerato il ruolo del Mef, primo azionista di Cdp, a sua volta socio rilevante di Tim, decidendo in solitaria e senza effettuare il passaggio dell’operazione dal comitato Parti correlate.
Se al contrario la risposta fosse negativa verrebbe di fatto legittimata la scelta del cda Tim di approvare la vendita della rete senza il passaggio dal comitato Parti correlate, il che dunque indebolirebbe almeno una parte della posizione legale di Vivendi. I francesi per altro hanno sempre sostenuto anche che è necessaria anche un’assemblea straordinaria in quanto la cessione della rete modificherebbe a loro parere l’oggetto sociale, ma Tim ha più volte detto che gli argomenti sostenuti da Vivendi sono stati già analizzati.
Tim prevede di finalizzare l’accordo, con l’approvazione dell’antitrust UE, entro la metà dell’anno.
Kkr intende notificare alle autorità antitrust Ue entro la fine di gennaio i suoi piani per l’acquisto delle attività di rete di Telecom Italia, hanno riferito fonti a Reuters all’inizio di questo mese.