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Tim: tutti i dubbi sulla cessione dell’asset strategico Sparkle al fondo Kkr. Oggi il closing ma spunta l’ipotesi di una proroga

Sul tavolo ci sono ancora dubbi: sulla cifra, ma prima ancora sull’opportunità di vendere. Possibile un nuovo rinvio

Tim: tutti i dubbi sulla cessione dell’asset strategico Sparkle al fondo Kkr. Oggi il closing ma spunta l’ipotesi di una proroga

È oggi che si saprà in che mani andranno i cavi sottomarini di Sparkle. Salvo rinvii dell’ultim’ora, infatte scade oggi il termine dell’offerta di Kkr a Tim e al Mef per la cessione dell’unità, la cui rete si estende per oltre 600.000 km. Ma molte sono ancora le incognite in campo. Secondo alcune fonti un accordo sarebbe sul tavolo, secondo altre si potrebbe far slittare ancora la data. Un altro punto di domanda è sulla cifra. Ma persino l’accordo in sé è in dubbio, visto che il business di Sparkle potrebbe essere ritenuto strategico dal governo.

Il closing è atteso oggi. Oppure ci sarà uno slittamento?

Secondo alcune fonti il ministero del Tesoro italiano e il fondo americano hanno concordato i termini dell’offerta, come riferisce Reuters. Una delle fonti, che viene dal Tesoro, ha detto che il ministero “è pronto” perché ha finalizzato tutto il lavoro preparatorio, che richiede il sostegno di Roma. L’offerta, come si sa, si inserisce nel più ampio accordo tra il fondo di private equity KKR e il governo del Primo Ministro Giorgia Meloni che ha già visto la cessione della rete fissa di Tim.

L’offerta dovrebbe essere presentata entro oggi. Il closing dell’operazione è atteso da oltre due mesi dal cda della compagnia guidata da Pietro Labriola. La prima scadenza dell’esclusiva era fissata a inizio dicembre. Poi era arrivata la richiesta di una proroga fino a fine gennaio a causa dei numerosi dossier sul tavolo del Tesoro, manovra compresa. Negli ultimi giorni è circolata l’indiscrezione di un’ulteriore proroga per far arrivare la proposta al board e qualcuno ipotizza anche la data di maggio.

Un’eventuale proroga concessa potrebbe essere solo breve, realisticamente non più di 15 giorni, tenendo conto che il 14 febbraio il cda si riunisce per consultare i dati preconsuntivi del 2023 ed eventualmente la proposta per Sparkle. Poi la riunione del 6 marzo ha già una fitta agenda all’ordine del giorno, con la doppia approvazione del bilancio e del piano industriale 2024-2026 e probabilmente anche la definizione della lista del consiglio uscente per il rinnovo del cda.

Vendere o non vendere? E a che prezzo?

I focus sono in sostanza due: l’ammontare a cui dovrebbe essere ceduta Sparkle, ma prima ancora addirittura anche l’opportunità di venderla, trattandosi un business strategico.
Sotto il primo profilo, bisogna vedere se le cifre che verranno offerte da Kkr saranno sufficienti per soddisfare le richieste di Tim. Inizialmente, quando si era ipotizzato che Sparkle venisse venduta insieme alla rete, la valutazione che era stata fatta dalla società si aggirava intorno al miliardo. Ma poi questa cifra era stata rivista al ribasso verso i 750 milioni, earn out compresi, quando Netco e Sparkle sono state separate nella trattativa. Ora invece si sta parlando di una cifra compresa tra i 750 e gli 800 milioni, earn out compresi, mentre alcune fonti si spingono ad ipotizzare anche 900 milioni.
Ma resta sempre vivo il secondo tema: é opportuno cedere un’unità così importante dal punto di vista strategico? Labriola ha più volte ripetuto che Tim ha già raggiunto i propri obiettivi di deleverage con la sola cessione di Netco. La volontà del gruppo tlc sarebbe quindi quella di vendere Sparkle solo a un prezzo adeguato, senza svendere quello che viene considerato un asset importante.

Intanto si lavora per la presentazione della lista del board

Mercoledì prossimo, il consiglio di Telecom Italia TIM si riunirà per fare il punto sulla lista di rinnovo del cda. In tale sede dovranno essere approvati i criteri per la scelta dei candidati, e valutare chi degli uscenti potrebbe essere disponibile a una riconferma, riporta il Sole24ore. L’ex monopolista ha in mente numeri diversi per il nuovo board: si passerà infatti da 15 a 9 consiglieri, di cui 6 “espressi dalla lista più votata e tre dalle minoranze. Per rispettare i vincoli di genere almeno quattro se non addirittura cinque consiglieri saranno donne”. Al momento, secondo quanto riporta il quotidiano, solo il presidente Salvatore Rossi ha ufficializzato la sua intenzione di non ricandidarsi. Pietro Labriola, invece, avrebbe dato disponibilità a portare avanti il riassetto del gruppo avviato con lo scorporo della rete.

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