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Tim sprofonda (-14%) su conti e nubi sull’Opa. Il negoziato Russia-Ucraina non ferma il calo delle Borse

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La confusione sotto il cielo è grande, ma al contrario di quello che avrebbe detto Mao, la situazione non è eccellente: chiudono in calo i listini europei, che proseguono la settimana a singhiozzo, mentre Wall Street, dopo un avvio intonato, ha preso la via dei ribassi, confusa dalla volatilità di gas e petrolio. Soffre l’euro, che tratta in calo contro dollaro intorno a 1,10. La moneta unica scambia contro la sterlina ai minimi dal 2016. 

L’umore finanziario resta volatile, in base a quanto si percepisce dal fronte ucraino mentre sono in corso nuovi colloqui tra Kiev e Mosca, ma i russi fanno rotta su Odessa. Nessuna buona notizia arriva inoltre dal colloquio telefonico tra Putin e Macron. Agenzie di stampa riferiscono che il presidente russo ha detto che ogni tentativo di rallentare i negoziati da parte di Kiev porterebbe Mosca ad aggiungere nuove richieste alla propria lista. Secondo il presidente francese il Cremlino vuole prendersi tutta l’Ucraina.

Svendita sui listini europei

Divisi tra denaro e lettera i titoli europei subiscono una svendita oggi, con la guerra in corso che provocherà anche una crisi umanitaria e un’ondata di rifugiati.

Piazza Affari perde il 2,35%, zavorrata da Telecom -13,99% e dalle banche. Non c’è da festeggiare nemmeno nel resto d’Europa dove Madrid lascia sul campo il 3,64%, Londra -2,55%, Amsterdam -2,16%, Francoforte -2,09%, Parigi -1,84%. Mosca non prevenuta, poiché chiusa per il quarto giorno di seguito. Intanto le agenzie di rating Fitch e Moody’s hanno declassato il debito russo a livello spazzatura. Per Moody’s il rating sul debito a lungo termine scende da Baa3 a B3. Fitch declassa da BBB a B, con outlook negativo.

Tra i titoli in evidenza sui listini europei: la banca francese Societe Générale è leggermente negativa dopo aver detto di essere in grado di tollerare l’impatto dell’abbandono delle operazioni del gruppo in Russia, con un’esposizione da oltre 18 miliardi di euro. Il titolo ieri ha sfiorato i minimi da un anno.

Il London Stock Exchange Group balza guadagna quasi il 10% dopo aver comunicato che l’imposizione di sanzioni finanziarie in Russia avrà un impatto minimo sulle proprie attività.

Lufthansa invece è in profondo rosso e perde quasi l’8% poiché non può fornire un outlook dettagliato per il 2022 a causa del conflitto nell’Est Europa.

Piazza Affari sotto i 24mila punti

Piazza Affari sta pagando un prezzo piuttosto alto alla crisi geopolitica in corso e il Ftse Mib scende oggi sotto la soglia psicologica dei 24mila punti (23.958).

La lista delle perdite si apre con il tonfo di Telecom, che ieri ha presentato conti giudicati deludenti dagli operatori e un piano industriale poco convincente. Incolore Inwit, dopo la conferma da parte di Telecom di trattative in corso per cedere la partecipazione al fondo Ardian.

Tornano le vendite massicce sulle banche, a partire dalle ex popolari Banco Bpm (-7,35%) e Bper (-5,23%). Il bilancio di seduta è pesante anche per Moncler -4,62%; Eni -4,57%; Prysmian -3,84%; Enel -3,48%.

Divisa la galassia Agnelli: Stellantis perde il 2,81%, mentre Cnh con un rialzo dell’1,57% è la blue chip migliore del listino. L’altra big cap positiva è Campari, +0,19%.

Fuori dal paniere principale sale Piaggio 2,89% dopo i risultati 2021. Secondo Equita, la società ha registrato “una buona chiusura d’anno in linea con le attese e le stime sono sostanzialmente confermate”.

Tonfo di Gas Plus, -8,89%, dopo i recenti rialzi.

Tracollo delle Telecom risparmio, -18,58%.

Dati macro e Bce superati dagli eventi?

Le notizie macro di giornata, per quanto riguarda la zona euro, rischiano di risultare superate dagli eventi bellici degli ultimi otto giorni.

In ogni caso l’indice Pmi servizi dell’Eurozona a febbraio è salito a quota 55,5, contro i 51,1 di gennaio e previsioni a 55,8. L’indice composito finale si attesta a 55,5, contro i 52,3 di gennaio e i 55,8 previsti. L’allentamento delle restrizioni pandemiche ha portato crescita in Italia: l’indicatore del terziario è passato da 48,5 a 52,8 punti, oltre la soglia di 50 che separa contrazione ed espansione economica.

Sono stati resi noti inoltre i verbali della riunione Bce del 3 di febbraio, che farebbero pensare a un imminente rialzo dei tassi. Ma questo è ancora attuale alla luce degli ultimi eventi? Da un lato c’è l’inflazione, che è salita a febbraio al massimo storico del 5,8%, pari a quasi il triplo del target Bce e che potrebbe aumentare  ancora nei prossimi mesi, vito l’aumento dei prezzi di gas e petrolio. Dall’altra c’è la guerra, i problemi di approvvigionamento, di mobilità, di sanzioni che mettono a rischio la ripresa economica.  

In attesa che la Bce si riunisca il 10 di marzo, ieri il presidente della Fed Jerome Powell ha offerto una sponda ai mercati confermando un aumento dei tassi a marzo ma limitato a 25 punti base. Oggi i toni sono meno accomodanti: “Faremo tutto il necessario per far abbassare l’inflazione – dice, nel suo secondo giorno di testimonianza in Congresso. La Banca centrale statunitense farà “whatever it takes”, “tutto il necessario”, per riportare a livelli sostenibili l’aumento dei prezzi. La Fed deve restare “in allerta” e deve essere “pronta” ad agire, vista l’incertezza provocata dalla guerra in Ucraina. Powell ha poi detto che la Fed deve “essere attenta” con la politica monetaria, visto il momento “instabile”.

Spread in leggero rialzo

In questo contesto il secondario italiano chiude in rosso, con lo spread a 156 punti base (+2,58%) e il tasso del Btp 10 anni a +1,58%, contro +0,02% del Bund di pari durata. La carta tricolore non sembra risentire troppo dalle fibrillazioni nella maggioranza per la riforma del catasto. 

Blocco gasdotto Yamal-Europa

Per i paesi europei che dipendono in gran parte dal gas russo come l’Italia giunge oggi notizia  che i flussi di gas russo attraverso il gasdotto Yamal-Europa verso la Germania attraverso la Polonia si sono interrotti.

Lo riportano diversi media internazionali citando i dati dell’operatore del gasdotto, la società tedesca Gascade. Yamal è uno dei tre gasdotti che la società russa monopolista Gazprom utilizza per convogliare il suo gas naturale verso l’Europa. Attraverso di esso passa circa il 10% delle forniture totali di gas proveniente dalla Russia.

Per quanto riguarda il petrolio l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) giudica deludenti le decisioni prese ieri dai produttori di petrolio dell’Opec+, di cui fa parte la Russia.

L’Italia ha quindi deciso di aderire alla proposta dell’Aie di rilasciare una parte delle scorte di greggio, 60 milioni di barili pari al 4% delle riserve totali detenute, per contrastare l’ascesa dei prezzi. Al momento il Brent cede lo 0,8% circa e tratta intorno a 112 dollari al barile; il Wti è in calo dell’1,2%, oltre 109 dollari.

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