Tim ancora sotto i riflettori a Piazza Affari, con il titolo che dopo il +2,11% segnato ieri, oggi avanza di quasi l’1% sulla scia dell’ipotesi di creazione di una cordata che vorrebbe rilevare la quota di maggioranza del 23,7% in mano a Vivendi. L’indiscrezione è stata pubblicata dal Corriere della Sera qualche giorno fa e continua a spingere gli acquisti in Borsa in una seduta in cui il Ftse Mib sale dello 0,47%.
Tim e l’ipotesi cordata guidata da Pezzi e Costamagna
In base ai rumors, Andrea Pezzi, ex consulente di Vivendi, e Claudio Costamagna, ex presidente di Cdp, vorrebbero creare una cordata di investitori, che comprenderebbe anche alcuni fondi, tra i quali il fondo francese Tikehau ed il fondo statunitense Blackstone, per avanzare un’offerta a Vivendi e acquistare il 23,7% in mano alla società transalpina.
Il piano, in realtà, prevedrebbe l’acquisto iniziale di una quota del 6-7%, ad una cifra di 500 milioni di euro e, in seguito, una offerta per rilevare l’intera partecipazione.
L’operazione, secondo il Corriere, sarebbe preliminare a uno “spezzatino” di Tim, che oggi conta tre asset principali: Tim Consumer, Tim Enterprise e Tim Brasil. Tre asset che appaiono ad oggi sottovalutati e che lo stesso piano “Free-to.Run” messo a punto dal management punta a valorizzare.
Al momento sia Costamagna che Pezzi avrebbero smentito la notizia, ma le voci continuano a rincorrersi insistenti sul mercato.
A Vivendi andrebbero 0,46 euro per azione, il doppio dell’attuale quotazione di mercato
Gli esperti hanno sottolineato che, una valutazione pari a 500 milioni di euro per il 6-7% del capitale di Tim sarebbe molto elevata e implicherebbe una valorizzazione di 0,46 euro per azione, praticamente il doppio rispetto all’attuale prezzo di mercato, che oscilla tra 0,23 e 0,24 euro per azione.
Dal canto suo, Vivendi è già pronta ad un’operazione straordinaria. Il numero uno De Puyfontaine, in occasione della presentazione dei conti trimestrali, aveva già annunciato che nel 2025 si scriverà un nuovo capitolo “senza Tim”.