Telecom Italia ha chiuso il primo semestre con un fatturato di 9 miliardi di euro, in calo del 3,4% su anno. Il calo va ricondotto in larga parte al traffico voce internazionale di Sparkle: se si escludono questa componente e i ricavi da prodotto, infatti, il calo dei ricavi da servizi si riduce a -1,2%.
L’ebitda reported si è attestato a 4,1 miliardi di euro, in crescita dell’8,9% grazie alla prosecuzione delle azioni di ottimizzazione dei costi e ad un saldo positivo delle partite non ricorrenti, che beneficiano per 662 milioni di euro dell’esito favorevole per Tim Brasil dei contenziosi relativi a una doppia imposizione fiscale, in parte controbilanciati da 296 milioni di accantonamenti. Di conseguenza, l’indicatore ebitda reported-CAPEX ha raggiunto i 2,6 miliardi di euro, con un incremento del 21%.
Se si restringe lo sguardo al solo secondo trimestre, il fatturato si attesta a 4,5 miliardi di euro (-3,9% su base organica). I ricavi da servizi, pari a 4,1 miliardi, evidenziano un calo di 107 milioni di euro rispetto al secondo trimestre 2018 (-2,5%) in miglioramento rispetto al primo trimestre 2019 (-3%).
Per quanto riguarda l’Italia, i ricavi da servizi sono aumentati del 2,2% e quelli complessivi del 3%. Il numero complessivo delle linee mobili di Tim si attesta a 31,7 milioni a fine giugno, in crescita dello 0,1%.
Il segmento Consumer risente dell’andamento del mobile, con ricavi da servizi in calo del 5,6% rispetto al secondo trimestre del 2018.
In Brasile, invece, Tim ha visto i ricavi da servizi crescere del 2,4% (contro il +1,7% nel primo trimestre).
L’ebitda After Lease è stato pari a 1,8 miliardi di euro (-1,4%), mentre l’ebitda organico (IFRS 9/15) si è attestato a 1,9 miliardi di euro (-2,6%).
A livello di gruppo, gli investimenti del secondo trimestre si sono fermati a 874 milioni di euro (-6%), di cui 659 milioni di euro in Italia (-6,5%).
I risultati “sono in linea con gli obiettivi del piano triennale – si legge nella nota del gruppo – sia sotto il profilo della capacità realizzativa, grazie alle molte iniziative strategiche e di business messe in campo ed attuate, sia sotto il profilo della riduzione dell’indebitamento, grazie alla importante generazione di cassa registrata”.
Tim sottolinea che l’operating free cash flow che ha raggiunto 1,5 miliardi di euro, con un miglioramento di 604 milioni di euro rispetto al primo semestre 2018. L’equity free cash flow si è attestato a 786 milioni di euro, in rialzo di 526 milioni di euro su base annua, mentre l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno si è ridotto di 539 milioni di euro rispetto a fine 2018 (e di 349 milioni rispetto al 31 marzo 2019), a quota 24,7 miliardi di euro.
Il Cda di Telecom Italia ha inoltre confermato il mandato all’ad, Luigi Gubitosi, di proseguire le trattative con Open Fiber. “Il management ha presentato al Cda lo stato di avanzamento sia del progetto di sviluppo di una partnership nei servizi finanziari a supporto del business Tim, sia del confronto con Open Fiber e i suoi azionisti (a seguito della firma di un Non Disclosure Agreement comunicato in data 20 giugno 2019), confermando su quest’ultimo punto il mandato all’amministratore delegato a proseguire nella trattativa”.
Infine, Telecom Italia ricorda che nel corso del trimestre è stato raggiunto un accordo vincolante per la cessione di Persidera: la finalizzazione, prevista entro il 2019, “porterà a un’ulteriore riduzione dell’indebitamento finanziario netto per un importo pari a 160 milioni di euro”.