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Tim, ridda di rumors circa l’interesse di fondi per la quota detenuta da Vivendi. Il titolo cerca un equilibrio

Dopo le indiscrezioni ieri da Bloomberg circa l’interessa da parte del fondo Cvc, altre ipotesi sono state sfornate dai media stamane. Il titolo, dopo aver guadagnato il 5,7% ieri, stamane è in lieve calo

Tim, ridda di rumors circa l’interesse di fondi per la quota detenuta da Vivendi. Il titolo cerca un equilibrio

Cerca di trovare un equilibrio in Borsa il titolo di Telecom Italia che, dopo una chiusura ieri in rialzo di quasi il 6%, stamane ripiega dello 0,69% a 0,27 euro. A suscitare l’attenzione degli investitori sono stati i numerosi rumors rimbalzati in queste ore circa l’interesse per la quota detenuta da Vivendi.

Ad aprire le danze è stata Bloomberg, secondo cui il fondo CVC è in trattative preliminari con Vivendi per acquisire la sua quota del 24% in TIM (circa 1 mld di euro ai prezzi correnti, circa il 12% del GAV di Vivendi holding).

Inoltre il Sole24Ore cita APAX come ulteriore fondo potenzialmente interessato alla quota, mentre il Messaggero segnala l’interesse anche di Bain Capital, già presente in Italia con il 50% di Engineering, e di un terzo fondo non ancora identificato. La Stampa riporta che CVC potrebbe puntare al pieno controllo di TIM per procedere poi al break up delle attività, concentrandosi su TIM Enterprise, operazione che potrebbe attivare il Golden Power.

Ma il divario tra domanda e offerta resta ampio

Riguardo il fondo CVC, secondo Bloomberg tuttavia il bid-ask spread resta ampio, con Vivendi che punta a ottenere almeno 1.5 mld (0.41 euro/azione). L’operazione potrebbe gettare le basi per un potenziale passaggio di controllo del più grande operatore di telecomunicazioni in Italia, dice l’agenzia. Se la trattativa andasse effettivamente in porto, Cvc diventerebbe il maggiore azionista dell’operatore italiano guidato da Pietro Labriola. Secondo quanto riferito la società britannica di private equity potrebbe addirittura tentare di acquisire il pieno controllo di Tim, frammentandone il business. I colloqui sarebbero comunque in fase puramente preliminare è non c’è pertanto certezza che possano effettivamente sfociare in un accordo tra le parti.

“E’ ancora presto per trarre conclusioni” commentano gli analisti di Websim. Senza contare che la quota di Vivendi potrebbe attrarre l’interesse di altre realtà, compresi competitor della stessa Tim, operatori delle tlc interessati a mettere un piede nel mercato italiano. Inoltre occorre considerare che un eventuale affondo da parte della società di private equity britannica avrebbe bisogno del nulla osta del governo italiano, che a sua volta detiene una quota di Tim tramite Cdp e ha pertanto poteri di veto sulle operazioni che coinvolgono mosse di imprese estere su asset nazionali considerati strategici.

Intanto la Corte di Appello ha dato a Tim e al governo tempo fino al 20 gennaio per negoziare un accordo che ponga fine alla vertenza relativa al miliardo di euro che il gruppo telefonico reclama dall’esecutivo, secondo una fonte citata da Reuters.

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