Dopo che Moody’s ha tagliato il rating della società da Ba3 a Ba1, ora Tim è attesa il 4 agosto alla prova dei conti trimestrali. Secondo le stime degli analisti, elaborato da 19 banche d’affari, il colosso telefonico dovrebbe aver chiuso il periodo aprile-giugno con ricavi pari a 3,88 miliardi di euro, in flessione del 2,2% rispetto ai 3,97 miliardi di euro (comparabale base) del secondo trimestre del 2021.
L’Ebitda organico è stimato a 1,534 miliardi di euro, in flessione del 10,2% rispetto ai 1,639 miliardi di euro che si sono avuti nel periodo gennaio-marzo 2022. Per quanto riguarda la controllata brasiliana, sul dato questa dovrebbe pesare per quasi 385 milioni di euro.
Il Capex organico è indicato a 935 milioni di euro, in aumento rispetto ai 877 milioni del pari periodo dell’esercizio precedente. Mentre l’Equity Free Cash Flow è stimato a -37, contro il -106 del 2021.
A fine giugno 2022 l’indebitamento fine giugno 2022 l’indebitamento finanziario netto è previsto a 24,32 miliardi di euro, contro i 22,072 del secondo trimestre del 2021.
Il focus, nel corso della presentazione dei dati, sarà comunque rivolto sia al debito ma soprattutto ai tempi legati alla separazione della rete che potrebbe rallentare ancora con la caduta del Governo Draghi e le richieste molto alte dei francesi per l’infrastruttura.
Titolo Tim in rialzo a Piazza Affari. Smentiti rumors su uscita manager
Si muove bene il titolo Tim (+1,76% a 0,22 euro) dopo le precisazioni di ieri circa le indiscrezioni di stampa relative l’uscita del manager dal vertice. La società ha respinto le voci circa le “uscite dettate da disaccordi con la linea strategica della società”, ossia tra l’ad Pietro Labriola e il suo vice dg e responsabile dell’infrastruttura Stefano Siragusa, che prosegue come da programmi, guidata da un rinnovato gruppo manageriale coeso e focalizzato sugli obiettivi da raggiungere”, si legge nella nota.