Tim è pronta al confronto con il Governo sul progetto di creazione di una Rete nazionale delle tlc. Lo ha specificato una nota della prima compagnia telefonica italiana al termine del consiglio d’amministrazione, precisando che “in linea con il piano di delayering presentato al mercato lo scorso 7 luglio, Tim proseguirà a valutare tutte le opzioni strategiche che consentano di perseguire al meglio gli obiettivi del superamento dell’integrazione verticale e della riduzione dell’indebitamento”.
Il cda di Tim ha anche preso atto del comunicato di Cdp, Macquarie e Open Fiber sul memorandum del 29 maggio sulla rete unica, “che può pertanto considerarsi decaduto e provo di effetti”.
TIM E RETE UNICA: LE PAROLE DEL SOTTOSEGRETARIO BUTTI SONO UNA MINA VAGANTE
Ma, al di là delle disponibilità di tutte le società in questione, e in questo caso di Tim, a valutare tutte le opzioni per il rafforzamento e l’innovazione del sistema nazionale di telecomunicazioni e in particolare sulla praticabilità della Rete unica, ogni giorno di più emerge il dilettantismo del Governo su questo terreno. Le parole, pronunciate ieri a Borsa aperta, dal sottosegretario Alessio Butti sul tramonto di ogni ipotesi di Opa totalitaria su Tim sono state una picconata al titolo che ha perso il 5,2%.
Due questioni si pongono all’attenzione: una di metodo e l’altra di sostanza. Quella di metodo: ma il sottosegretario Alessio Butti conosce il galateo dei mercati? Sa che ogni parola pronunciata a Borsa aperta da un soggetto che ha poteri e influenza su un titolo può alterare il corso azionario e creare danni molto gravi agli investitori, grandi e piccoli, come è capitato ieri e come era capitato già nelle scorse settimane quando lo stesso Butti cominciò ad adombrare il fantomatico piano Minerva di Fratelli d’Italia, da cui – non dimentichiamolo – presero spunto le indiscrezioni, allora tutt’altra che smentite, di un’Opa di Cdp su Tim?
GOVERNO MELONI: SULLE TLC E SULLA RETE PREVALE IL DILETTANTISMO
Poi c’è la questione di sostanza: che cosa abbia in mente il Governo Meloni, che proprio a Butti ha assegnato le relative competenze, sul futuro del sistema nazionale delle telecomunicazioni e in particolare sulla rete unica non è dato sapere. Si naviga al buio con un’unica certezza: che si perderà altro tempo per arrivare a una qualche decisione perchè il tavolo istituzionale di confronto sulle tlc annunciato dal Governo finirà nella migliore delle ipotesi il suo lavoro alla fine dell’anno, ma poi ci vorrà altro tempo per passare alle decisioni concrete. Nel frattempo le società di tlc vivono nel limbo e patiscono l’incertezza e quelle quotate, come Tim, ancora di più.
A parte che il titolo è agonizzante da tempo, ma siamo sicuri che si tratti di dilettantismo?