“Tim informa che la propria controllata in Brasile, TIM S.A., insieme a Telefônica Brasil S.A. e Claro S.A., hanno presentato un’offerta vincolante per le attività mobili del Gruppo Oi”. Inizia così il comunicato con il quale il colosso telefonico nazionale, annuncia che Luigi Gubitosi ha dato seguito al mandato ricevuto pochi giorni fa dal consiglio d’amministrazione di Tim e cioè quello di presentare un’offerta vincolante per l’operatore mobile brasiliano.
L’offerta, prosegue la nota, resta soggetta ad alcune condizioni. In particolare, “è soggetta alla condizione che agli offerenti sia riconosciuta la qualità di “stalking horse” (ovvero di “primi offerenti”), con attribuzione del diritto di pareggiare eventuali altre offerte che dovessero essere presentate nel corso del processo di vendita delle attività mobili del Gruppo Oi”. In pratica, il diritto di effettuare rilanci.
L’operazione, se si dovesse concludere con successo, “porterà benefici agli azionisti e ai clienti grazie all’ulteriore crescita prevista, alle sinergie attese e al miglioramento della qualità del servizio. Inoltre, si prevede che l’iniziativa contribuirà allo sviluppo e alla competitività del settore delle telecomunicazioni in Brasile” conclude Tim.
Tim è presente sul mercato brasiliano con Tim Brasil che detiene una quota del 24%. Una presenza forte che rischia di procurarle dei problemi con l’Antitrust brasiliano. Per questa ragione, Tim Brasil dovrebbe limitarsi a conquistare una parte di Oi, in particolare i clienti delle aree più ricche di Rio de Janeiro e Sanpaolo. Le altre aree coperte da Oi andrebbero all’operatore spagnolo Telefónica, che dunque conduce l’operazione in tandem con Tim.
La prima manifestazione d’interesse del gruppo italiano per Oi risale al 11 marzo del 2020. Nei giorni scorsi il titolo Tim, spinto dall’offerta in arrivo sull’operatore brasiliano, ha attirato gli acquisti in Borsa anche per l’attesa di un’accelerazione sul versante interno della trattativa sulla rete unica, spinta dal governo.
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