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Tim, Poste potrebbe salire ancora: oltre il 10% e fino al 24% nel caso di stallo con Vivendi. Porta aperta a Iliad

FIRSTonline

Tim svetta in Borsa con un rialzo che ha sfiorato il +4% per poi ridurre il guadagno a circa il 2%. Poste Italiane sarebe pronta ad aumentare la sua partecipazione recentemente acquisita in Telecom Italia, hanno detto a Reuters alcune fonti, in una mossa che rafforzerebbe la sua posizione in qualsiasi potenziale accordo di fusione e acquisizione che coinvolga il gruppo telefonico. Qualsiasi accordo riguarderebbe l’intera azienda, perché il governo si oppone alla separazione delle attività consumer e corporate, hanno detto le fonti. Le prime ipotesi parlano di quote in Tim oltre il 10% e fino al 24%, per equilibrare il peso di Vivendi.

Inoltre, secondo fonti governative citate da La Stampa, qualsiasi scenario di consolidamento del mercato tlc italiano non potrà prescindere dal coinvolgimento di Iliad.

Il gruppo finanziario guidato dall’ex banchiere di JPMorgan Matteo Del Fante ha annunciato sabato che avrebbe sostituito l’istituto di credito statale CDP come principale azionista di TIM, rilevandone la quota del 9,8%. Ora Poste, i cui servizi spaziano dall’energia alle assicurazioni, sta valutando tutte le possibili opzioni, hanno affermato le fonti in attesa di venerdì quando Poste presenterà un aggiornamento del suo piano strategico.

Il risiko delle tlc e la partita con Vivendì

Come si sta assistendo a una partita di risiko in ambito bancario in Italia, altrettanto si sta delinenado un risiko nel settore delle telecomunicazioni, dove la concorrenza sui prezzi erode da anni i margini di profitto, rendendo difficile per le aziende sostenere gli investimenti necessari.

L’investimento di Poste arriva dopo che l’anno scorso Tim ha stabilizzato le sue finanze tagliando il debito attraverso la vendita della sua preziosa rete di telefonia fissa a un consorzio guidato dal fondo statunitense Kkr, nell’ambito di un piano sostenuto dal governo. La versione snella di TIM ha attirato l’interesse di M&A.

Nell’annunciare sabato l’investimento in TIM, Poste, che offre servizi di telefonia mobile tramite la sua unità Poste Mobile, ma non possiede una rete propria, ha detto che l’operazione è volta a “creare sinergie tra le società e favorire, con tutti gli attori coinvolti, il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia”. Intanto in questi giorni Del Fante ha contattato il principale azionista Vivendi, la holding della famiglia Bolloré che avrebbe confermato la sua strategia di vendita del 23,75% ancora detenuto nel gruppo.

Secondo Intermonte Poste potrebbe salire fino al 25% di Tim

Ma se le cose con Vivendì dovessero andare per le lunghe, secondo Intermonte, Poste potrebbe fare in modo posizionarsi in modo da controbilanciare il peso di Vivendi e potrebbe agevolare scelte di governance su cui al momento la media company ha potere di blocco in assemblea straordinaria.
Intermonte non esclude che Poste possa incrementare la propria partecipazione in Tim, “portandosi al 24% delle azioni ordinarie” attraverso un ulteriore investimento da 630 milioni di euro ai prezzi correnti, “con l’obiettivo di riequilibrare gli assetti nella governance e sbloccare iniziative di creazione del valore (come l’abbattimento del capitale sociale per liberare riserve e remunerare gli azionisti, la conversione/buyback titoli di risparmio, il consolidamento del mercato)”.

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