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Tim: parte da Torino il processo di efficientamento delle centrali telefoniche urbane

Il progetto di razionalizzazione delle aree di centrale promosso dal Gruppo Tim interesserà altre importanti zone d’Italia soprattutto nelle grandi città

Tim: parte da Torino il processo di efficientamento delle centrali telefoniche urbane

Rivedere le centrali telefoniche in uso per utilizzare strutture più piccole e in grado di garantire lo stesso servizio attraverso tecnologie all’avanguardia e conseguenti benefici in termini di impatto ambientale. È l’obiettivo dell’operazione targata Tim, partita da Torino con la centrale di Corso Bramante, una delle più grandi d’Italia con i suoi circa 5 mila mq e che gestiva diverse migliaia di collegamenti voce e dati, è stata infatti dismessa. Al suo posto è stata realizzata, nell’arco di soli 24 mesi, nelle vicinanze, una struttura di 850 mq, in grado di garantire gli stessi livelli di servizio con spazi sei volte inferiori con conseguenti benefici sia in termini di efficientamento e ottimizzazione delle infrastrutture di rete (fissa e mobile) sia di riduzione dei costi e di impatto ambientale.

Il progetto di razionalizzazione delle aree di centrale interesserà progressivamente altre importanti zone d’Italia soprattutto nelle grandi città. La scelta di Torino come prima tappa non è casuale. Era il 15 settembre del 1977 quando l’azienda dalla quale è poi nata Telecom Italia-Tim ha posato a Torino il primo cavo in fibra ottica tra centrali telefoniche urbane.

Nel dettaglio, l’operazione è stata possibile grazie all’impiego delle nuove tecnologie e al progressivo passaggio dal rame alla fibra, che consente di ottimizzare gli spazi dedicati agli impianti di telecomunicazioni. 

In questo modo, è stato possibile dismettere anche il traliccio per la telefonia mobile alto oltre 60 metri che era stato costruito all’inizio degli anni ‘90, con importanti benefici sotto il profilo paesaggistico e senza modificare la copertura radiomobile della zona grazie all’impiego di un’antenna di dimensioni estremamente ridotte, in linea con gli attuali standard tecnologici, posizionata su un edificio attiguo al precedente.

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