Accanto al risiko bancario si sta delineando anche un risiko nelle tlc: l’obiettivo è un’aggregazione fra gli operatori, soprattutto per porre fine alla guerra dei prezzi e favorire gli investimenti su reti e servizi. Su questa base Illiad, dopo i tentativi falliti per rilevare Vodafone Italia, che alla fine ha preferito Swisscom, torna alla carica e va a bussare alla porta del ministero del Tesoro italiano mettendo sul tavolo un dossier relativo a Telecom Italia.
L’operatore francese di telecomunicazioni, del miliardario Xavier Niel, come hanno riportato oggi Corriere della Sera e La Stampa, sta valutando la possibilità di un accordo di consolidamento con l’ex monopolista telefonico italiano Telecom Italia. La Stampa ha detto che Iliad ha dato mandato a Boston Consulting Group di studiare un possibile accordo, mentre il Corriere ha detto che Iliad, assistita da Lazard, ha avuto recenti colloqui con il ministero dell’Economia italiano, che detiene poco meno del 10% dell’operatore telefonico. L’idea di base è riuscire e portare gli operatori da quattro a tre come avviene in Germania, Portogallo, Grecia o Irlanda.
Il Corriere ha aggiunto che il fondo britannico Cvc stava esaminando l’unità servizi per le imprese di Tim, con l’idea di fonderla con il gruppo Ict Maticmind, che il gruppo di private equity controlla e in cui Cassa Depositi e Prestiti ha una partecipazione.
Il titolo Telecom Italia a Piazza Affari sono giorni che si muove al rialzo. Stamane in particolare è balzato del 4,5% in apertura fino a 0,30 euro, per poi ripiegare verso 0,29 euro, mantenendo comunque un guadagno di oltre il 3%. Gli analisti tecnici vedono segnali di rafforzamento per la tendenza di breve con la resistenza più immediata vista a 0,2974 euro e con un livello di supporto a controllo della fase attuale stimato a 0,2896.
Il 2025 anno del risiko delle telecomunicazioni?
Illiad torna dunque alla carica, dopo non essere riuscita a mettere le mani, per due volte, su Vodafone Italia. A inizio anno era stata completata l’operazione degli svizzeri di Swisscom che hanno rilevato appunto Vodafone Italia, dando il via alla creazione di un nuovo colosso delle telecomunicazioni in Italia, Fastweb + Vodafone, definita “la più importante operazione di consolidamento degli ultimi anni sul mercato delle telecomunicazioni in Italia”. Ma il risiko riparte.
L’unione tra Telecom Italia e Iliad potrebbe dare vita a un’entità con una quota di mercato mobile del 38% e per la rete fissa del 40%, se riuscisse a superare gli ostacoli di valutazione, antitrust e controllo statale” commentano gli analisti di Bloomberg. Iliad lo scorso anno, per cercare di ottenere Vodafone Italia, aveva messo sul piatto un’offerta, poi respinta, pari a 10 volte EV/Ebitdaa (il rapporto tra l’enterprise value e l’utile “industriale”. Questa valutazione “potrebbe essere un punto di riferimento per i colloqui” dice Bloomberg. Invece i rischi in termini di antitrust ora sembrano più gestibili man mano che il contesto normativo migliora in Europa. “Le opzioni di consolidamento sono favorite dal cambio di commissario europeo alla concorrenza, anche se dovranno passare al vaglio del governo, che difficilmente potrebbe accettare uno spezzatino e che ha interesse che siano preservati occupazione e rilevanza strategica del gruppo”, sottolineano gli analisti di Equita Sim. Qualsiasi accordo, però, dovrebbe ottenere il sostegno del governo.
Appuntamento il 12 febbraio con i conti Telecom
Per Tim il d-day è il prossimo 12 febbario, quando verranno resi noti i conti e il piano industriale. Nell’attesa del doppio appuntamento, nei giorni scorsi Barclays aggiornato le sue previsioni. Da una parte ha lasciato sostanzialmente invariate le stime per il 2024, indicando un debito netto a 7,4 miliardi di euro (inclusa la cessione della partecipazione di Inwit). D’altra parte gli analisti di Barclays hanno rivisto al rialzo le previsioni per il 2025 e 2026: ora si attendono ricavi rispettivamente a +1,8% e +2,2% a quota 15 miliardi di euro e 15,3 miliardi. Con un Ebitda organico visto in aumento a 3,9 miliardi di euro nel 2025 (+2,8%) e a 4,3 miliardi nel 2026 (+3,2%) in scia a stime più elevate per Tim Brasil grazie all’apprezzamento del real brasiliano rispetto all’ultimo aggiornamento. Barclays ha anche aumentato il target price su Telecom Italia da 0,34 a 0,35 euro e ha confermato il rating Overweight con un potenziale di rialzo del 30% per le azioni ordinarie.