X

Tim: l’ombra di Vivendi sull’assemblea che boccia il piano di remunerazione, ok al bilancio 2022. Effetto francese anche in Borsa

Imagoeconomica

L’assemblea della resa di conti ha portato un primo clamoroso risultato. Sulla spinta di Vivendi, primo azionista dlla compagnia da tempo all’opposizione dei vertici, i soci hanno bocciato la politica di remunerazione, uno degli ordini del giorno più attesi e anche più divisivi. Via libera invece al bilancio 2022. Il tutto a meno di 48 ore di distanza dalla presentazione delle nuove offerte per Netco, la società della rete di Telecom Italia, da parte di Cdp-Macquarie (19,3 miliardi) e Kkr (19 miliardi). Entrambe le proposte sono superiori di 1 miliardo rispetto alle precedenti, ma comunque distanti dalla soglia dei 20 miliardi fissata da Tim e dai 31 miliardi considerati “congrui” da Vivendi per rinunciare alla Rete. Il cda farà valuterà entrambi i rilanci il 4 maggio. In questo contesto, a Piazza Affari, il titolo Telecom Italia cede l’1,12% a 28,28 centesimi dopo il -8,3% registrato ieri e questo ha alimentato voci, del tutto improbabili, che potrebbe indurre Vivendi a lanciare un’Opa per assorbire le perdite della sua disastrosa campagnai italiana. 

Tim: bocciata la politica di remunerazione dei manager

All’assise era presente il 53,4% del capitale ordinario. Una larga fetta, il 45% si sarebbe astenuto sui punti riguardanti la remunerazione, aspetto particolarmente contestato da Vivendi, azionista con il 24% circa del capitale. A favore il 40,7% dei voti contrario il 13,5%. Non è passata nemmeno la politica sui compensi corrisposti (29% dei voti favorevoli, contrari 25,2% e astenuti 45,7%). 

Stop anche al piano di incentivazione a lungo termine denominato Long Term Incentive Plan 2023-2025 (con il 42,5% dei voti favorevoli, contrari il 10,6%, astenuti il 46,8%) e autorizzazione all’acquisto di azioni ordinarie Telecom Italia al servizio del Piano di incentivazione a breve termine (MBO) 2023 e del Long Term Incentive Plan 2023-2025 (con il 40,8% dei voti favorevoli, contrari il 13,4%, astenuti il 45,7%).

Ha invece ottenuto il via libera dei soci (con il 53,2% dei voti favorevoli; contrari 1,1%, astenuti 45,7%) il Piano di incentivazione a breve termine 2023.

“Sui risultati ha influito significativamente l’elevato numero di astensioni”, sottolinea Tim in una nota. Ma alla base dei risultati assembleari c’è soprattutto la guerriglia societaria di Vivendi ma c’è anche l’incertezza che sul futuro della rete Telecom regna nel Governo.

Bocciati anche i candidati a sostituire de Puyfontaine

Oltre ai punti appena citati, l’assemblea dei soci di Tim ha bocciato i due candidati a sostituire il dimissionario Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi. I due candidati erano Paola Bruno, proposta da Assogestioni, e Franco Lombardi, presidente dell’Asati. Hanno votato contro la candidata di Assogestioni, secondo Radiocor, alcuni fondi esteri e la media company francese. Confermati invece nella carica di consiglieri Giulio Gallazzi, con il 91,9% dei voti favorevoli, e Massimo Sarmi, con il 93,2% dei voti favorevoli. Non è stato dunque nominato il terzo amministratore, “non avendo le candidature proposte ottenuto le necessarie maggioranze”, evidenzia la società.

Ok al bilancio 2022 

L’Assemblea ha approvato (con il 99,9% dei voti favorevoli) il bilancio 2022, che si è chiuso con una perdita netta pari a 2,9 miliardi di euro coperta mediante prelievo da riserve.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati