Non sarà una riunione semplice quella del consiglio d’amministrazione di Tim di oggi. Non solo per l’esame dei punti all’ordine del giorno – che vanno dai conti alla manifestazione d’interesse del fondo americano KKR e alla governance – ma perchè i nodi vengono al pettine e la lettera che l’Ad Luigi Gubitosi ha inviato ieri ai consiglieri ne è testimonianza.
Avviare o no l’esame dell’offerta preliminare di KKR sul 100% delle azioni Tim e confermare o no Gubitosi nel suo ruolo di guida del gruppo? Sono questi gli interrogativi cruciali a cui il Cda deve dare una risposta. In relazione a ciò Gubitosi ha giocato d’anticipo dicendosi pronto a rimettere le sue deleghe di Ad e di Direttore generale per “favorire il processo decisionale e una più serena valutazione dell’offerta non vincolante di KKR”. Gubitosi però non nasconde le sue critiche ai consiglieri di Vivendi e a chi la pensa come loro e scrive: “L’idea di alcuni consiglieri di non inserire il prezzo o le condizioni di KKR nell'(ultimo) comunicato o addirittura l’interrogativo sull’opportunità di emetterlo dimostrano la totale mancanza di rispetto verso il mercato”.
L’appello di Gubitosi al Cda è di “agire nell’interesse di tutti i soci a tutela del mercato, e anche degli azionisti di minoranza e di tutti gli stakeholders, atteso che non ha un ruolo attivo ma deve assicurare la trasparenza e corretta informazione al mercato. In particolare, qualora l’offerta di KKR venisse formalizzata, il Cda dovrà consentire agli azionisti di valutarne la convenienza e la congruità del prezzo”. Gubitosi nega poi di agire in funzione di una “presunta vicinanza a KKR” definendo le accuse al riguardo “totalmente fuori luogo e false”.
Ora la parola passa al Consiglio d’amministrazione.