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Tim, Elliott alza la posta in vista dell’assemblea

FIRSTonline

Tim ha ottenuto più risultati nei 100 giorni del nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi che in un anno sotto la gestione di Amos Genish. E’ tutto in questa sintesi il nuovo affondo del Fondo Elliott nei confronti di Vivendi mentre si avvicina a grandi passi l’assemblea del gruppo telefonico fissata per il 29 marzo a Milano. Il Fondo Elliott, attualmente alla guida di Tim nonostante la quota di maggioranza di quasi il 24% sia in mano a Vivendi, ha pubblicato il nuovo documento Time for Tim con il quale replica al precedente  Restoring value for Telecom Italia pubblicato da Vivendi.

Si scalda l’atmosfera, in vista dell’importante appuntamento con gli azionisti che dovrà decidere se ripristinare in Cda i 5 consiglieri rivendicati da Vivendi e precedentemente esautorati dopo l’avanzata di Elliott nell’assemblea di maggio 2018 oppure lasciare le cose come stanno. Di sicuro questa volta, rispetto al un anno fa, diverso e più incisivo sarà il ruolo di Cdp salita all’8,7% e disposta a portare la sua partecipazione in Telecom Italia fino al 10% del capitale. Sarà dunque Cdp il vero ago della bilancia in rappresentanza di un governo Lega-M5S dichiaratamente favorevole a una società unica per la rete in fibra ottica.

Il piano di Telecom Italia annunciato il 21 febbraio, scrive Elliott nel suo nuovo documento,  “rappresenta un importante punto di svolta rispetto ai precedenti passi falsi”. Il fondo richiama l’attenzione sul positivo accordo raggiunto da Tim con Vodafone sul 5G. “Il nuovo team- si legge ancora nel documento – appare aperto alla creazione di nuove soluzioni” inclusa “la separazione di Netco (la società della rete) e il consolidamento del settore”. Al contrario, con la precedente gestione di Amos Genish, “la performance di Tim è stata molto scarsa”. Inoltre Genish “ha partecipato alle pubbliche accuse lanciate da Vivendi, attaccando il proprio consiglio di amministrazione attraverso la stampa. In generale Tim ha ottenuto più risultati “nei 100 giorni con il nuovo amministratore delegato, Luigi Gubitosi” che in un anno con la gestione di Genish.

Per queste ragioni, conclude il documento, “Elliott crede che non sia possibile sostenere i candidati proposti da Vivendi, che non sono autenticamente indipendenti, e che un voto in loro favore semplicemente riconsegnerebbe il controllo della società a un gruppo che si caratterizza per dimostrati conflitti di interesse, operazioni con parti correlate e una lunga storia di distruzione di valore per gli azionisti di Tim”.

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