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Tim e Vodafone: sulle torri alleanza è fatta

TIM

Non è ancora la pace sulla società della rete fissa, ma è il primo passo di un’operazione industriale di forte rilevanza: Tim e Vodafone uniscono le proprie antenne in 3,4 e 5 G sul mobile. Inwit, oggi controllata al 60% da Tim con un flottante del 40%, acquisirà gli asset di Vodafone e il risultato finale sarà che i due Big eserciteranno sulla “nuova” Inwit un controllo paritetico al 37,5% ciascuno, il 25% sarà sul mercato.

Luigi Gubitosi, Aldo Bisio e Giovanni Ferigo – rispettivamente Ad di Tim, Vodafone e Inwit, hanno presentato l’operazione scegliendo l’accademia dei Lincei a Roma e non è per caso: Tim è entrato a far parte dell’associazione Amici dei Lincei e Galileo, con il suo ritratto, era presente in sala. Anche l’industria ha i suoi simboli e questo prelude, è auspicabile, a un futuro tecnologico migliore  per le aziende interessate e per il Paese soprattutto.

E’ su questo elemento, infatti, che hanno voluto puntare i tre manager: la condivisione delle torri di trasmissione della rete mobile, proprio mentre gli operatori sono chiamati ad uno sforzo di investimenti enorme per realizzare la nuova rete 5G, gioverà ad “accelerare i tempi di realizzazione e a rendere disponibile in modo più estensivo la rete 5G, riducendo il digital divide in Italia” ha precisato subito Aldo Bisio.

Per i clienti l’operazione si configura come una sorta di roaming intra-nazionale: Tim gestirà l’accesso attivo al segnale in 10 Regioni (tra cui il Piemonte), Vodafone ne avrà altre 10 (tra cui la Lombardia). Il segnale attivo (quindi l’accesso radio che rende disponibile il servizio) sarà condiviso in tutte le città con meno di 35.000 abitanti mentre nelle metropoli più grandi i due partner si riservano maggiore libertà e agiranno in esclusiva “ma non è detto”, ha aggiunto Bisio, lasciando intendere che sviluppi futuri sono possibili.

I numeri e le tecnicità finanziarie: Vodafone scinderà le sue torri in una società equivalente a Inwit, la Vodafone TowerCo. Inwit emetterà 360 milioni di nuove azioni per Vodafone e pagherà in parte con le nuove azioni, appunto, e in parte con 2,1 miliardi a debito. I finanziamenti delle banche sono già pronti (la linea di credito per 2,5 miliardi è stata  già concessa) ha precisato Luigi Gubitosi sottolineando che l’operazione ha raccolto interesse di finanziamento triplo rispetto al richiesto. Un elemento che conferma l’interesse delle banche a sostenere il progetto da cui nascerà la prima tower company in Italia, la seconda per dimensioni in Europa.

L’operazione è stata disegnata a tempo di record anche in funzione del fatto che i due gruppi hanno asset equivalenti: 11.000 torri ciascuno e ciò ha facilitato l’intesa. La governance sarà paritetica : 5 consiglieri ciascuno a Tim e Vodafone, 3 alle minoranze. Il top management sarà nominato congiuntamente. I partner sono vincolati da un patto parasociale di tre anni  e da accordi di lock up e stand still. La quota di capitale potrà scendere al 25% ciascuno.

L’annuncio di Gubitosi e Bisio fa pensare a nuovi importanti scenari per l’Italia dopo anni di controversie. I benefici in termini di Ebitda per Inwit saranno di 200 milioni al 2026, i risparmi per Tim e Vodafone saranno pari a 800 milioni ciascuna sempre nel 2026. Inoltre, grazie all’operazione Vodafone e Tim ridurranno il debito; nel caso di Tim la previsione è di 1,4 miliardi in meno.

Le azioni di Vodafone TowerCo confluiranno nella società delle torri europea, annunciata in mattinata, da Vodafone group, dove confluiranno gli asset sulle torri di proprietà del gruppo in 10 Paesi in Europa.

La Borsa ha premiato i titoli in Borsa: Vodafone group con un balzo del 10% all’annuncio dell’operazione TowerCo in mattinata, Tim è balzata in vetta al Ftse Mib con +3,7% a quota 0,516 euro alle 16:08 di venerdì pomeriggio.

Per saperne di più: Smartphone 5G, la nuova rivoluzione. Cosa cambia, come funziona, quanto costa. Su FIRST Tutorial

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