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Tim, la Ue dice sì alla cessione di Netco a Kkr e il titolo azzera le perdite. Conti del primo trimestre 2024 in linea con le attese

Tim ha chiuso il primo trimestre 2024 con ricavi pari a 3,9 miliardi (+1,2%) e un ebitda a 1,5 miliardi (+1,6%). Tuttavia, l’indebitamento è salito di un miliardo di euro, principalmente a causa del maxi sequestro preventivo di 249 milioni. A Piazza Affari il titolo azzera le perdite dopo il via libera della Ue alla cessione di Netco a Kkr

Tim, la Ue dice sì alla cessione di Netco a Kkr e il titolo azzera le perdite. Conti del primo trimestre 2024 in linea con le attese

I risultati del primo trimestre 2024 mostrano un quadro di stabilità per Tim, con una crescita sostenuta in Brasile e una ripresa progressiva in Italia. Con l’obiettivo di fornire indicazioni sull’andamento del business di ServCo, l’azienda ha presentato sia i risultati complessivi del gruppo, ancora “completi” prima della cessione di Netco, sia per la prima volta i dati separati di ServiceCo.

Ue: via libera alla cessione della rete Tim

Nel pomeriggio arriva il via libera senza condizioni della Commissione europea all’offerta di acquisizione della rete fissa di Tim, Netco, da parte del fondo americano Kkr. Bruxelles ha concluso che “l’operazione non solleva preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza”.

La Commissione Ue ha esaminato l’impatto dell’operazione sul mercato all’ingrosso dei servizi di accesso alla banda larga in Italia e ha concluso che “l’operazione non ridurrebbe in modo significativo il livello di concorrenza”. In particolare, Bruxelles evidenzia che “Kkr non avrà la capacità di limitare l’accesso ai servizi passivi, vale a dire le infrastrutture”. Per ciascun prodotto all’ingrosso il numero di reti disponibili e di fornitori all’ingrosso – si legge nella nota diramata dall’esecutivo Ue – rimarrà invariato e il potere di mercato di Netco non aumenterà sostanzialmente rispetto a quello che detengono attualmente Tim o FiberCop.

Gli accordi a lungo termine esistenti con diversi richiedenti l’accesso, tra cui Fastweb e Iliad, conclusi dopo la creazione di FiberCop nel 2021, “garantiscono inoltre che Kkr non potrà rendere meno favorevoli le condizioni di accesso” o porvi fine.

L’operazione, evidenzia ancora Bruxelles, “non aumenterà la probabilità di un coordinamento tra Netco e OpenFiber, dal momento che Fastweb continuerà a esercitare una pressione concorrenziale su Netco e sulla sua concorrente di lunga data, Open Fiber”. Inoltre, viene visto come “probabile” che Netco e Open Fiber continuino a competere, sia per attrarre nuovi clienti sia per installare reti in fibra ottica, in nuove zone o in quelle dell’altra parte.

Sul fronte dell’accordo quadro che regolerà i servizi (Msa) concordato da Kkr e Tim per disciplinare i rapporti tra Netco e Tim a seguito dell’operazione, Bruxelles constata che “non è parte integrante dell’operazione” e “può tuttavia essere oggetto di un controllo sulla base delle norme antitrust Ue o dell’Italia nonché essere sottoposto a vigilanza regolamentare”.

L’atteso via libera alla cessione della rete al fondo Kkr, con il closing previsto entro la fine di giugno, porterà a una significativa riduzione dell’indebitamento di 14,2 miliardi di euro. Se le tempistiche saranno rispettate, il debito netto, esclusi i contratti di leasing, scenderà a circa 7,5 miliardi entro la fine dell’anno, in linea con le previsioni del piano di Labriola.

Ieri il titolo ha chiuso in rosso, lasciando sul parterre oltre il 2%. In giornata, invece, Tim ha azzerato le perdite a Piazza Affari, dopo che in corso di seduta era arrivata a cedere fino al 10%, e ha terminato in rialzo dell’1,55% a 0,25 euro. Sul titolo sono scattate le ricoperture dopo che è arrivato il via libera senza condizioni alla cessione di Netco.

Risultati di Tim nei primi tre mesi del 2024

I ricavi totali del gruppo ammontano a 3,9 miliardi di euro, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Nonostante questo incremento, il mercato domestico ha continuato a mostrare segni di difficoltà, con ricavi in calo dell’1,3% e un totale di 2,8 miliardi di euro. I ricavi derivanti dai servizi hanno raggiunto quota 3,7 miliardi, segnando un aumento anche in Italia (+1,3% a 2,6 miliardi di euro). L’ebitda del gruppo è cresciuto per il sesto trimestre consecutivo, raggiungendo 1,5 miliardi (+1,6%), nonostante un calo del 3,4% in Italia. Anche l’ebitda after lease è aumentato per il quarto trimestre consecutivo, arrivando a 1,2 miliardi, trainato dalle operazioni in Brasile.

Il debito netto del gruppo è aumentato di un miliardo, arrivando a 21,4 miliardi di euro. Questo aumento è stato influenzato da alcune voci non ricorrenti, tra cui il pagamento dei dividendi di Tim Brasil e un sequestro di 250 milioni di euro da parte del Tribunale di Milano. Tuttavia, nel corso del secondo trimestre, questa somma è stata dissequestrata ed è già tornata nella disponibilità dell’azienda.

Il gruppo ha registrato una perdita di 400 milioni, in miglioramento rispetto ai 689 milioni del primo trimestre 2023. Questo risultato include anche costi straordinari per 93 milioni di euro.

Sulla base dei risultati dei primi tre mesi, Tim ha confermato “tutte le guidance fornite al mercato per l’anno in corso”.

I risultati di ServiceCo e delle altre divisioni

Per ServCo, i ricavi totali sono saliti a 3,5 miliardi di euro, con un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente. In Italia, i ricavi sono cresciuti dello 0,5%, raggiungendo 2,4 miliardi di euro, mentre in Brasile sono aumentati dell’8,1%, arrivando a 1,1 miliardi di euro. I ricavi da servizi sono aumentati del 3,4%, toccando 3,3 miliardi di euro. In Italia, questi ricavi sono cresciuti dell’1,3%, arrivando a 2,2 miliardi di euro, mentre in Brasile sono aumentati dell’8,1%, raggiungendo 1,1 miliardi di euro. L’ebitda è cresciuto dell’11,6%, arrivando a 1 miliardo di euro. In Italia, l’ebitda è aumentato dell’11,3%, raggiungendo 0,5 miliardi di euro, mentre in Brasile è salito dell’11,8%, arrivando anch’esso a 0,5 miliardi di euro. L’ebitda after lease è cresciuto del 16,6%, raggiungendo 0,8 miliardi di euro. In Italia, è aumentato dell’11,4%, arrivando a 0,4 miliardi di euro, mentre in Brasile è salito del 22,7%, raggiungendo 0,4 miliardi di euro.

Tim Consumer ha mantenuto ricavi totali stabili a 1,5 miliardi di euro, mentre i ricavi da servizi sono aumentati dello 0,8%, arrivando a 1,4 miliardi di euro. Questo andamento positivo è stato sostenuto dall’aumento dell’Arpu nel settore fisso e dalla stabilità nel settore mobile. Tale risultato è stato ottenuto grazie alle attività di repricing effettuate nel trimestre, che hanno coinvolto complessivamente 3,5 milioni di linee, con prospettive di continuazione nel corso dell’anno.

Tim Enterprise ha registrato un aumento dei ricavi totali del 2,4%, raggiungendo 0,7 miliardi di euro, mentre i ricavi da servizi sono cresciuti del 4,3%, arrivando anch’essi a 0,7 miliardi di euro. Questo risultato è attribuito alla strategia di difesa del business della connettività e alla crescita dei ricavi ICT. In particolare, si nota la forte performance del cloud (+17,5%), dell’IoT (+79%) e della sicurezza informatica (+79%).

Aggiornato alle ore 18

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