Tim chiude il 2022 “superando le guidance grazie a un ulteriore miglioramento dei trend operativi nel quarto trimestre” e al contributo positivo del Brasile. Lo comunica il Cda che ha approvato i risultati preliminari dell’anno 2022, precisando che “nei dodici mesi i ricavi da servizi a livello di gruppo sono stati pari a 14,6 miliardi (+1,3%) e l’ebitda organico pari a 6 miliardi in calo del 6,7% (+2,7% nel quarto trimestre), mentre l’ebitda organico di Gruppo after lease è pari a 5 miliardi in flessione del 10,6%.
Il titolo della società tlc è passato in positivo nell’ultima parte della seduta, a +0,48%, prima dei conti e in attesa di novità sulla rete. Tim – si legge nella nota – prosegue nella sua strategia che punta al “superamento dell’integrazione verticale attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa (NetCo) dai servizi (ServiceCo con Tim Consumer, Tim Enterprise e Tim Brasil) e alla riduzione dell’indebitamento attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset”.
I risultati del quarto trimestre 2022
Rispetto al quarto trimestre 2021, i ricavi totali sono in crescita, del 3,3% anno su anno, a 4,3 miliardi di euro (+1,1% nel terzo, -1,4% nel secondo e -4,5% nel primo trimestre), mentre i ricavi da servizi aumentano per il terzo trimestre consecutivo con un incremento del 3,6% a 3,9 miliardi di euro (+3% nel terzo, +1% nel secondo e -2,5% nel primo trimestre). Il Capex di gruppo è stato pari a 4 miliardi di euro, di cui 3,1 miliardi domestici. L’indebitamento finanziario netto after lease di gruppo risulta pari a 20 miliardi, stabile rispetto al 30 settembre e in crescita rispetto al 2021 esclusivamente per le partite straordinarie, come quelli legati alle frequenze 5G.
I risultati di NetCo e di Tim Enterprise
NetCo nei dodici mesi registra ricavi totali e da servizi in calo entrambi del 4%. La riduzione “è dovuta principalmente a transazioni one-off contabilizzate nel primo semestre dell’anno scorso. Al 31 dicembre, NetCo gestiva circa 16 milioni di accessi fissi (di cui circa 72% in tecnologie FTTx) con una quota di mercato pari a circa l’80%. Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,7 milioni, pari a una copertura di circa il 32%, in crescita di 7 punti percentuali rispetto a fine 2021.
Risultati record anche per Tim Enterprise: i ricavi crescono dell’8% e quelli da servizi dell’11% anno su anno. A trainare la performance sono i servizi Cloud, Security e IoT che più che compensano la modesta riduzione delle altre linee di business. In dettaglio il business Cloud si impenna di 54 punti percentuali in un anno, seguito dalla componente cybersecurity a +41% e ottimi risultati anche per l’IoT che cresce dell’11%.
Tim Brasil: +19,2% ricavi nel 2022
Buoni risultati anche per Tim Brasil. La controllata brasiliana ha chiuso il 2022 con un quarto trimestre sopra le stime degli analisti. I ricavi dell’anno sono in crescita del 19,2% e si attestano a 3,8 miliardi mentre l’Ebitda è salito del 16,4%, pari a 1,9 miliardi. Infine, il target di contenimento dei costi per l’esercizio 2022 è stato raggiunto al 112%. Particolarmente significativa la crescita anche nel quarto trimestre dei ricavi totali (+21,4%), dei ricavi da servizi (+20,8%) e dell’Ebitda (+16,9%) “grazie a una solida performance organica e al contributo apportato agli asset di Oi”, sottolinea il comunicato.
Approvato anche il piano industriale 2023-2025: nel 2023 torneranno i ricavi dopo 6 anni
ll 2023 sarà l’anno del ritorno alla crescita del business domestico di Tim dopo 6 anni: questo uno dei principali obiettivi messo nero su bianco nel nuovo Piano industriale 2023-2025 di Tim presentato da Labriola e approvato dal cda all’unanimità. Il Cda ha anche deliberato di non procedere alla cooptazione di un Consigliere in sostituzione di Arnaud de Puyfontaine, tenuto conto dell’approssimarsi dell’Assemblea che sarà chiamata a decidere sulla nomina. “Nonostante un contesto macroeconomico profondamente mutato rispetto all’anno scorso, il nuovo piano è in continuità con il precedente e con il progetto presentato al Capital Market Day (luglio 2022). In particolare, grazie ai risultati del 2022 migliori delle attese, il piano prevede un’ulteriore accelerazione a livello di Gruppo” dice una nota di Tim.
I ricavi di Gruppo da servizi sono previsti in crescita low single digit nel 2023 con il business domestico sostanzialmente stabile e il Brasile in crescita high single digit. I ricavi di Gruppo da servizi previsti in crescita low single digit CAGR ‘22-‘25. L’EBITDA organico di Gruppo è previsto in crescita mid single digit nel 2023, con il business domestico stabile o in crescita low single digit e il Brasile in crescita low double digit. A livello di gruppo L’EBITDA organico è atteso in crescita nel periodo di piano mid single digit CAGR ‘22-‘25. L’EBITDA organico After Lease di Gruppo atteso in crescita low to mid single digit per il 2023 mentre l’EBITDA organico After Lease di Gruppo è previsto in crescita mid single digit CAGR ‘22-‘25;
Gli investimenti capex di Gruppo sono previsti a circa 4,0 miliardi di euro nel 2023, stabili nell’arco di piano, mentre a livello domestico sono previsti 3,1 miliardi di euro di investimenti annui.
L’Equity Free Cash Flow After Lease di Gruppo cumulato leggermente positivo in orizzonte di piano.
Le linee strategiche della configurazione aziendale
Insieme al piano basato sull’attuale modello organizzativo e di business, la configurazione aziendale ottimizzata composta da specifiche entities prevede le seguenti linee strategiche:
TIM Consumer: proseguono le iniziative volte a implementare la strategia di posizionamento premium ‘Value vs. Volume’, con l’obiettivo di una differenziazione rispetto ai concorrenti. Proseguirà altresì il progressivo repricing della base clienti, assieme all’introduzione di meccanismi di adeguamento all’inflazione.
TIM Enterprise: Per il 2023-2025 prevista una crescita superiore al mercato di riferimento, con un CAGR dei ricavi pari al 6% in orizzonte di piano, grazie a un’accresciuta standardizzazione e industrializzazione delle offerte e al consolidamento di una proposta in bundle per la Pubblica Amministrazione.
TIM Brasil: l’azienda mantiene la sua focalizzazione su una strategia di valore e trarrà un’ulteriore spinta alla crescita dall’integrazione degli asset di Oi, continuando nel suo percorso verso una ‘Next Gen Telco’.
NetCo: le priorità strategiche di TIM sono una forte spinta alla migrazione delle linee su tecnologia FTTH, associata a un ambizioso piano di copertura delle reti fissa e mobile. Entro il 2025 il Gruppo ha l’obiettivo di raggiungere in FTTH il 48% delle unità immobiliari del Paese. Sul segmento mobile la priorità è la massimizzazione della copertura in 5G, che entro il 2025 raggiungerà il 90% della popolazione.
ESG: il Piano 2023-2025 definisce le priorità ESG per tutte le aree di business e le operations con l’obiettivo di migliorare l’impatto a livello ambientale e sociale e al contempo i risultati di business. Tutto ciò tramite la ricerca di efficienza, l’utilizzo dell’economia circolare nei processi, gli acquisti innovativi e sostenibili, la fornitura di nuovi servizi per la PA e le imprese, guidando la transizione digitale.
Labriola: “Consolidamento ci sarà”
Nel corso della conferenza stampa che ha seguito la diffusione dei risultati 2022 e il via libera del Piano Industriale 2023-2025, l’Ad ha risposto a una domanda sulla possibilità di M&A a livello europeo, spiegando che “l’attività di rete cross-border, quando parliamo di infrastruttura, non ha alcun senso. Se qui ho una rete prevalentemente passiva, quali sono le sinergie a mettere insieme più reti a livello europeo?”. Margrethe Vestager ha parlato “più di servizi ai clienti, che siano famiglie o imprese”. Su questo sono possibili degli accordi cross-border”.
Analizzando la situazione ancor più nel dettaglio Labriola ha affermato che “Tim Enterprise ha più bisogno di consolidarsi in Italia con chi magari fa system integration, più che con qualcuno che fa cloud a livello europeo. Per Tim Consumer potrebbe esserci consolidamento a livello cross-border. Dobbiamo però valutare se il modello è quello per fare economie di scale o aggregare più servizi per estrarre più valori”. In ogni caso, ha aggiunto, “che qualcosa succeda ne sono certo“.
Labriola sulla rete: “Mantenere quota di minoranza? Opzione non valida”
Poi un riferimento anche alla NetCo. Se nel corso della conference call con gli analisti Labriola aveva detto “C’è forte interesse per la cessione di Netco”, ai giornalisti l’Ad non ha voluto parlare di NetCo, vista l’offerta ricevuta da KKR e altre proposte che potrebbero arrivare nei prossimi giorni, come quella di CDP-Macquarie. Il manager ha comunque chiarito che sulla rete “abbiamo sul tavolo l’opzione Kkr, sembra che ne arrivi un’altra, fino a poco tempo fa non si pensava che ne arrivasse una”. “Keep calm”, ha aggiunto, “questo è un mercato che si consolidera’, anche abbastanza rapidamente”. Se una cessione si dovesse concretizzare, Labriola ha sottolineato che “ci sono altre opzioni strategiche: noi non stiamo fermi, in base a quello che succede valuteremo. Da un punto di vista industriale, mantenere una quota di minoranza non sembra un’opzione valida, ma le posizioni possono essere riviste con le negoziazioni”. “Siamo nel mezzo di una negoziazione, e quindi non ci sembrava opportuno dare dei target per Netco e tutta un’altra serie di dettagli, che verranno rilasciati quanto prima”, ha affermato in un altro passaggio della conferenza..
E se invece non si dovesse verificare nessuna operazione straordinaria? “Passiamo dal parlare di un’azienda che sembrava che non potesse pagare gli stipendi a una che ha risolto tutti i problemi – ha detto – Non è vera né l’una e né l’altra cosa. Nell’arco di piano, al 2025, non vediamo problemi particolari. Se scoppia un’altra guerra, si raddoppiano i tassi, ricomincia la guerra sui prezzi, se vengono recepite le ipotesi sul tavolo del ministero, allora può cambiare tutto”. Labriola ha poi aggiunto: “non ci sono trattative o interlocuzione con Iliad“.
Allargando lo sguardo alla condizione del gruppo e al percorso intrapreso, ha detto: “In un anno sono cambiate tante cose, uscivamo da 3 profit warning, avevamo un impairment macro e in numeri erano quelli che erano. Avevamo un livello di credibilità dal punto di vista del mercato ai minimi storici. Quello che avevamo promesso di fare lo abbiamo fatto: abbiamo rispettato le guidance, e anzi fatto meglio, il Brasile sta andando esattamente come avevamo detto ed è un cash cow, il domestico finalmente dopo 7 anni dovrebbe tornare a crescere sui riocavi e sull’Ebitda”.
Labriola: “Difficile tornare al dividendo sulle azioni ordinarie”
“Abbiamo avuto il coraggio di dire che il livello di leverage che abbiamo oggi è un problema dal punto di vista industriale, che non ci permette di fare tante cose, e appesantisce la strategia dell’azienda in qualunque direzione vogliamo andare – ha aggiunto – Abbiamo quindi separato diversi business e abbiamo parlato di vendere la rete. Sono relativamente soddisfatto, ma siamo a metà del girone di andata, perché quello che abbiamo davanti è un progetto complesso, sia nell’andare in continuità che attuando le opzione inorganiche ipotizzate”. “In queste condizioni è comunque “difficile poter pensare di tornare al pagamento del dividendo sulle azioni ordinarie. Il primo obiettivo deve essere migliorare i numeri e fare il deleverage, quando faremo entrambe le cose si potrà tornare a discutere sull’argomento”.
(Ultimo aggiornamento: ore 15.32 di mercoledì 15 febbraio)