Duemila uscite volontarie nel 2023 sfruttando lo strumento dell’isopensione. Questo quanto prevede l’accordo raggiunto nella notte tra Tim e i sindacati delle Tlc, vale a dire Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Nessun licenziamento dunque, a scegliere se aderire oppure no saranno i lavoratori.
L’accordo tra Tim e i sindacati sulle uscite volontarie
In base a quanto previsto dall’accordo l’isopensione potrà essere utilizzata fino a un massimo di 6 anni per gli uomini e di 7 anni per le donne. I tecnici e i progettisti potranno usarlo invece fino a un massimo di 4 anni e mezzo.
Che cos’è e come funziona l’isopensione
L’isopensione è uno strumento di uscita introdotto nel 2012 dalla legge Fornero che permette al lavoratore di andare in pensione fino a 7 anni in anticipo sfruttando uno scivolo pagato interamente dall’azienda.
Nel corso del periodo in cui è soggetto all’isopensione il lavoratore percepisce un assegno di importo equivalente alla pensione nonché la relativa contribuzione correlata fino alla maturazione dei requisiti minimi e anagrafici per il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata. Lo strumento ha un costo molto elevato e l’onere è totalmente a carico dell’azienda. Per evitare di creare “nuovi esodati” e mettere al sicuro i lavoratori l’Inps concede una fidejussione.
L’isopensione non prevede nessuna penalità sulla pensione futura del lavoratore che sarà uguale a quella che avrebbe incassato continuando a lavorare.
Il commento dei sindacati
“Oggi ancora una volta responsabilmente la Uilcom Uil ha sottoscritto questa intesa in Tim ma è ormai giunto il momento – dichiara Luciano Savant Levra, segretario nazionale della Uilcom Uil – che si affrontino complessivamente i tanti problemi del settore aprendo urgentemente un tavolo istituzionale che coinvolga i Ministeri competenti, ovvero del Mimit e del Lavoro. I singoli tavoli, attivati presso le aziende, per arginare le varie crisi in atto non sono piu’ in grado di risolvere un problema che e’ ormai di sistema”.
“Siamo soddisfatti di poter continuare a gestire la situazione molto complicata di Tim con strumenti non traumatici. Registriamo – commenta Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil – per la prima volta la dichiarazione dell’azienda circa l’impossibilita’ di poter garantire per il futuro il prosieguo di questa impostazione. Non possiamo che concordare circa la gravità della situazione, sia aziendale sia dell’intero settore, pur continuando a dissentire totalmente sulla soluzione”. Lo spezzatino, aggiunge il sindacalista, “non è certo la via per ridare slancio e salvare l’occupazione. E’ urgente mobilitare il settore contro una deriva inaccettabile”.
Tim si impegna a valorizzare l’occupazione femminile
Nell’ambito dell’accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali, Tim ha fissato come obiettivo anche quello di valorizzare maggiormente il contributo delle donne all’interno della società. Lo spiegano a Radiocor fonti vicine all’intesa. Il gruppo, nel bilanciamento fra uscite volontarie e nuovi ingressi, punta a migliorare il mix di genere all’interno dell’azienda, con un impegno a programmare un numero di assunzioni di nuove dipendenti tale da incrementare la percentuale di popolazione femminile, privilegiando in particolare i profili Stem.