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TikTok, blocco totale o parziale nella Pubblica amministrazione italiana? Il Governo medita, ma Salvini non ci sta

FIRSTonline

Il problema è sempre lo stesso: l’accesso ai dati degli utenti – conservati nei server di TikTok – da parte dell’azienda cinese ByteDance che sviluppa l’applicazione. In fase di registrazione, TikTok non prevede informative sulla privacy fornite nella modalità alla quale gli utenti sono ormai abituati, ovvero una barriera oltre la quale non si può procedere se non accettando le condizioni imposte dal proprietario della piattaforma, ma un semplice e generico avvertimento che recita: “continuando si acconsente ai termini d’uso del servizio e si conferma di aver letto la nostra politica sulla privacy“.

TikTok afferma di non condividere i dati degli utenti con terze parti per scopi pubblicitari, ma potrebbe condividerli con “altre entità governative“. Inoltre, per ragioni dovute agli accordi con i fornitori di altri servizi collegati, i dati degli utenti potrebbero essere condivisi, ma solo nel caso in cui vengano rispettate le stesse regole sulla privacy.

Per la Commissione europea si tratta di modalità che si prestano ad interpretazioni di parte, lontane da una chiara identificazione dei paletti entro i quali, gli utenti dei Paesi al di fuori della Cina, possano ritenersi sicuri di vedere rispettato il diritto alla riservatezza dei propri dati. Per questo motivo, da Bruxelles è arrivato l’ordine perentorio di disinstallare – entro il 15 marzo – l’applicazione dagli smartphone dei dipendenti. Una decisione in linea con quanto già messo in atto dal presidente Usa Joe Biden, che a dicembre ha ordinato di cancellare il social dai cellulari di tutti i dipendenti governativi. Stessa sorte per l’app in India, Iran, Pakistan e Bangladesh.

In Italia, sul tema è già impegnato il Copasir, ma è il Ministero per la Pubblica Amministrazione ad avere le preoccupazioni maggiori. Il ministro Paolo Zangrillo è in prima linea sul fronte del divieto e vuole risolvere più rapidamente possibile la questione. Matteo Salvini si dice invece favorevole ai controlli sul trattamento dei dati, ma è contrario ad ogni tipo di censura, quindi al bandire l’app.

I dubbi principali sul trattamento dei dati da parte dell’azienda di TikTok, riguardano la possibilità di conoscere la posizione di ciascun utilizzatore e di conservare questi dati per poter quindi ricostruire spostamenti e abitudini degli utenti. Oltre alle istanze già sollevate dal BEUC che riguardano però più i consumatori che le istituzioni, ci sono le analisi del “Malcore’s Team“, una squadra di analisti del web 2.0 che ha pubblicato un dettagliato studio sulle modalità di collezione dei dati degli utenti da parte dei social network. TikTok è risultato il peggiore: raccoglie troppi dati e li conserva in maniera sospetta.

ByteDance, dal canto suo, si è detta pronta a chiarire i dubbi. Oltre ad aver diramato un comunicato per contestare lo studio del Malcore’s Team, ha subito fatto sapere, in merito al problema sollevato anche in Italia, che “I dati degli utenti italiani non sono conservati in Cina”. Basterà a tranquillizzare gli animi?

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Categories: Politica