Tiffany ha comunicato i risultati finanziari dell’intero 2017 e quelli relativi al quarto semestre 17/18, conclusosi lo scorso 31 gennaio. La performance è stata conforme alle stime degli analisti e dello storico marchio di gioielli di lusso statunitense. Le vendite nette dell’ultimo anno sono salite del 4% a quota 4,2 miliardi di dollari.
Questi risultati farebbero pensare ad una risposta positiva degli investitori, ma così non è stato. All’apertura di Wall Street, il titolo ha fatto registrare un calo del 6,2% a 96,34 dollari, per poi risalire a metà mattinata, perdendo comunque quasi il 4%. A spingere le quotazioni al ribasso è stato l’andamento delle vendite “same-store”, quelle cioè nei punti vendita aperti da almeno un anno: sono salite di un punto percentuale, contro il 2,8% stimato.
Per l’azienda fondata nel 1837 a Manhattan, che può fare conto su migliaia di punti vendita in tutto il mondo, il quarto trimestre si è chiuso con ricavi in salita del 9% a 1,3 miliardi di dollari, utili a 62 miliardi, principalmente grazie allo shopping delle festività natalizie. Depurandoli dalle componenti non ordinarie legate alle nuove imposizioni fiscali, l’utile per azione è stato pari a 1,67 dollari, 3 centesimi sopra le attese degli analisti.
Soddisfatto nonostante la giornata negativa a Wall Street il nuovo Ceo di Tiffany&Co., Alessandro Bogliolo: “Siamo lieti di concludere l’anno con una solida crescita delle vendite, sia geograficamente che attraverso categorie di prodotti. La cosa più importante, tuttavia, è generare una crescita sostenibile delle vendite, dei margini e degli utili nel lungo periodo. Confermando ciò che abbiamo recentemente indicato, riteniamo che sia necessario aumentare gli investimenti in determinate aree, come la tecnologia, le comunicazioni di marketing, il visual merchandising, le presentazioni digitali e di negozio, che prevediamo ostacolerà la crescita degli utili al lordo delle imposte nel breve termine”.