STRATEGIZING di Emanuele Sacerdote.
Ritengo che sia definitivamente finita l’era dei supermanager – generali di corpo d’armata, autoritari e incontrastati – per un nuovo stile manageriale che predilige un nuovo boss con una nuova impronta gestionale di HUB Leader.
Essendo iniziato un periodo di grande discontinuità, forse bisognerebbe iniziare a sviluppare una nuova cultura per il“nuovo leader” di cui avrà bisogno l’organizzazione per affrontare questo momento.
In generale questo “nuovo leader” avrà sempre il compito di organizzare (o ri-organizzare) e di generare (o di ri-generare) valore e, tralasciando le settoriali componenti hard, mi vorrei concentrare sulle componenti soft.
Se il ritmo da tenere – in un contesto di forte discontinuità – è il cambiamento, l’adattamento e la coerenza, lo scopo della leadership sarà indiscutibilmente quello di tenere la rotta, ma anche di essere l’agente del rinnovamento.
Questo concetto nasce dal pensiero a rete (Teoria della Rete di Leonardo Eulero) nel quale l’HUB è lo snodo che organizza, aggrega e connette svariati link (relazione di persone) creando un sistema integrato e iper-connesso.
Questo modello organizzativo fonda le sue radici su quattro link – azione, conoscenza, emozione e valori – e il vero elemento differenziante risiede prima di tutto nell’evoluzione dell’assetto valoriale e relazionale.
Lo spirito propositivo dei nuovi valori deve ispirarsi all’utilità e al beneficio combinando la ricerca del profitto, il contenimento dei rischi d’impresa, il rispetto sociale, culturale e ambientale.
Il tema è quello di irrobustire la longevità, la sostenibilità e la responsabilità d’impresa.
Per dare maggior forza ed efficacia alla gestione, la nuova HUB leadership dovrebbe essere capace di garantire maggior “consistenza”, cioè trovare la massima solidità e concretezza deirapporti tra i diversi link.
Mi piace immaginare l’HUB Leader come un danzatore (o una danzatrice) ritmico, membro e guida di un corpo di ballo affiatato e motivato, garante di nuova consistenza organizzativa capace di esprimere un’organizzazione più meritevole, più trasparente, più visionaria, più progettuale, più lungimirante.
Se questo stile manageriale riuscisse a prendere forma e vita, avremmo delle organizzazioni capaci di manifestare comportamenti meno assolutisti e più relativisti (base della resilienza), capaci di sviluppare progetti più efficienti e più qualitativi (base della concretezza), in grado di privilegiare la visione di lungo periodo (base della lungimiranza) e la forza del gruppo e dei link (base della mediazione).
All the Best!